E adesso Silvio Berlusconi teme una sorta di effetto Tangentopoli in vista delle elezioni. Che faccia franare Forza Italia. L’arresto di Scajola, l’inchiesta sulla “cupola” che gestiva gli affari dell’Expo. Sassi pesanti che rischiano di produrre una slavina per un partito già azzoppato dalle vicende giudiziarie dell’ex premier, costretto a iniziare i servizi sociali proprio in piena campagna elettorale. Per non parlare di tutti gli alti filoni di inchiesta che lo coinvolgono e su cui si addensano segnali sinistri. Procede a Napoli l’inchiesta sulla compravendita dei senatori, che si arricchisce di nuovi elementi. E procede spedito, così risulta agli avvocati dell’ex premier, il processo d’appello sul “Ruby 1”.
La sensazione, a palazzo Grazioli, è che il cerchio si stia stringendo. E che le prossime settimane arriveranno altri colpi dalle procure. Proprio alla vigilia delle elezioni che rappresentano per Forza Italia una lotta per la sopravvivenza. Per fortuna, dicono nell’inner circle di Berlusconi, che Scajola non è stato candidato. Il Capo ci ha visto giusto. Non è dato sapere se avesse sentore di quello che sarebbe accaduto stamattina. È certo che aveva ben chiaro che la sua candidatura avrebbe danneggiato Forza Italia nei sondaggi, perché continuava a essere percepito come un "impresentabile", anche una volta risolta la vicenda della casa al Colosseo. È però lecito supporre che il Cavaliere sapesse qualcosa di più. Nella conferenza stampa di presentazione dei candidati spiegò l’esclusione eccellente dicendo che nei cassetti delle redazioni dei giornali di sinistra erano pronti materiali su Scajola in grado di produrre un danno fitto in termini elettorali. Chissà. Certo non poteva dire che erano arrivati spifferi di indagini dalle procure.
Ecco il parziale sospiro di sollievo, per aver evitato il peggio non candidandolo. Parziale però. Perché il problema elettorale resta. Berlusconi si è limitato a definirsi “addolorato”. E, in un'intervista al Tg1, ha affermato che il caso "non avrà ripercussioni elettorali" dal momento che Scajola non è candidato. Non una parola per contestare la misura cautelare disposta dai giudici. Non un attacco alle toghe, sulla cui azione, proprio nel pieno della campagna elettorale, condivide con i suoi sfoghi privati pieni di rabbia. Il suo pensiero è (in parte) affidato alle parole di Giovanni Toti, uno dei grandi artefici dell'esclusione di Scajola dalle liste: "Il copione si ripete, non appena sono vicine le elezioni scatta la giustizia ad orologeria quasi sempre verso esponenti di centro destra anche quando, come nel caso di Scajola, non fanno parte di questa competizione elettorale".
E' l'unico attacco, nel silenzio generale dello stato maggiore di Forza Italia. Che va oltre l’opportunità tattica di evitare di far coincidere le posizioni di Forza Italia con la faccia di Scajola. Imbarazzo, smarrimento: lo spettro di una nuova Tangentopoli fa davvero paura. "Che cosa andiamo a dire in giro sul territorio?" si domanda più di un parlamentare impegnato in campagna elettorale. Perché l'aria si sta facendo pesante. E le inchieste potrebbero essere solo all'inizio. Il link libanese di Scajola per aiutare la latitanza dell’ex forzista Matacena fa riemergere l'altro caso che turba il partitone berlusconiano, quello di Dell’Utri. Mentre l’altra inchiesta sulla “cupola” che gestiva affari dell’Expo fa emergere il ruolo di altri due forzisti di peso come Luigi Grillo e Gianstefano Frigerio. Per ora Berlusconi, Letta e Previti non sono indagati ma i loro nomi sono uscite nelle prime indiscrezioni sull'inchiesta. Nessuno, neanche tra fonti solitamente ben informate, ha un'idea di cosa potrà accadere nei prossimi giorni.
E in questo quadro la “rimonta” elettorale si fa più difficile. Dopo settimane di fatica per recuperare qualche punto, arriva la slavina. Berlusconi è troppo esperto di comunicazione per non sapere che un effetto ci sarà. Se Genny ‘a carogna ha avuto conseguenze sul consenso di Alfano ma anche su quello di Renzi secondo i report della Ghisleri, nessuno osa prevedere quale sia l’effetto del tintinnar di manette di oggi. Arriveranno all’inizio della prossima settimana i sondaggi preparati dalla bravissima Alessandra (Ghisleri). Ma Berlusconi teme che avranno l’effetto della benzina per il gran falò grillino. Grillo, ma anche Renzi appaiono come il nuovo che avanza. Forza Italia rischia di apparire come il vecchio che crolla. E stavolta il famoso cero da accendere in caso di raggiungimento del 20 per cento non è una battuta.
Quando il ministro disse: "Non posso abitare in nuna casa pagata da altri"
L'ex ministro Claudio Scajola
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