02.05.14
Fonte: Oecd
Al di là delle differenze su temi quali l’euro, le riforme del lavoro o delle pensioni, quasi tutte le parti politiche e sociali sembrano essere d’accordo sul fatto che per far uscire l’Italia dalla crisi economica sia necessario aumentare la produttività. E infatti questo è il vero problema. Il grafico riporta la misura più semplice di produttività che si possa calcolare in modo comparabile tra paesi, ovvero il prodotto interno lordo per ora lavorata. Si tratta del rapporto tra il valore complessivo della ricchezza prodotta da un paese e il numero totale di ore di lavoro effettuate nel corso dell’anno. In altre parole, tale rapporto misura il valore di quanto in media un lavoratore produce in un ora di lavoro. Il 2012 è l’anno più recente per il quale l’OCSE mette a disposizione dati di questo tipo in forma comparabile tra paesi. Come si vede, rispetto ai nostri maggiori partner economici, l’Italia ha la produttività del lavoro più bassa. In un’ora di lavoro il lavoratore medio italiano produce beni o servizi per un valore di circa 37 dollari (a prezzi 2005 e tenendo conto delle differenze nel potere d’acquisto tra paesi). Negli Stati Uniti lo stesso indicatore si attesta a oltre 56 dollari, più del 50% in più. Francia e Germania sono a pari merito intorno ai 50 dollari, sempre un consistente vantaggio di quasi un terzo sull’Italia. Ma anche la Spagna, che pure ha subito fortemente la grande recessione, ha una produttività di circa 41 dollari per ora lavorata, il 10 per cento in più di noi. È un bene quindi che ci sia consenso sul fatto che la bassa produttività sia il problema chiave dell’Italia. Le differenze riemergono in fatto di proposte per migliorare la situazione ma è necessario trovare un accordo in tempi brevi per evitare di perdere ancora terreno rispetto agli altri.
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