venerdì 21 marzo 2014

La cosa incredibile di questo paese è che quando fa queste affermazioni Moretti non si vergogna. ma vattene all'estero vediamo chi ti prende. Come se non sapessimo come sei arrivato dove sei.

La minaccia di Moretti (Ferrovie dello Stato): stipendi troppo bassi, i manager così se ne vanno

Pubblicato il 21 marzo 2014 da Massimo Borrelli 
Qualora la spending review dello Stato toccasse anche lo stipendio dell’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, lui se ne andrebbe? “Non c’è dubbio. Io prendo 850mila euro l’anno e il mio omologo tedesco tre volte e mezza”. Così Mauro Moretti, ai vertici del Spa ferroviaria dal 2006.
“Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto”. Dovrà calcolare anche questo Matteo Renzi che ha nelle ipotesi di tagli alla spesa il ‘tetto massimo’ allo stipendio dei manager pubblici. “Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire i manager bravi”, afferma con l’obiettivo di ancorare lo stipendio ai risultati ottenuti sul mercato.
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Moretti torna poi sull’eventualità che tanti manager se ne vadano, attratti dalla retribuzione media nei paesi all’estero: “ci sono forse dei casi da dover rivedere, ma la logica secondo cui uno che gestisce un’impresa che fattura quanto vi ho detto deve stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata. In Usa, in Germania, in Francia e in Italia il Presidente della Repubblica prende molto meno di quanto prendono i manager di impresa: ci sono dinamiche diverse perché una cosa è stare sul mercato un’altra cosa è fare una scelta politica. Chi va a fare il Ministro sa che deve rinunciare agli stipendi perché va a fare un’operazione politica, questa è una sua scelta personale. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto”. Conclude quindi coi risultati diFs, un’azienda che “potrebbe valere dai 10 miliardi di euro e oltre”, i cui conti “sono migliorati rispetto al 2012” e che, in controtendenza con le imprese ferroviarie europee “sta migliorando i conti che sono al di sopra della media”.

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