La provocazione del referendum autogestito per il Veneto indipendente
di Alberto Sofia - 17/03/2014 - L'iniziativa autogestita lanciata dai venetisti del comitato “Plebiscito 2013”, costola di “Indipendenza veneta”, trova spazio sui media stranieri. Senza valore e dall'esito scontato. Tutto mentre non manca la propaganda di Luca Zaia e la Lega Nord
«Vuoi tu che il Veneto diventi una Repubblica Federale indipendente e sovrana?». Dalla Crimea all’Italia: la provocazione del referendum autogestito on line promossa dai venetisti del comitato “Plebiscito 2013”, costola di “Indipendenza veneta” per “chiedere” la secessione dall’Italia, ha trovato spazio tra i media statali russi e sulla versione on line Bbc. Tutto mentre alcuni giorni fa altri gazebo erano stati lanciati anche dai leghisti Matteo Salvini e Flavio Tosi, con i quali si volevano raccogliere le firme per chiedere a Bruxelles una consultazione ufficiale. È stata l’emittente Vesti 24 in Russia a trasmettere un servizio sulla consultazione in corso sull’ “indipendenza del Veneto”. Peccato i media russi si siano dimenticati di precisare che il voto non abbia alcun valore, dall’esito scontato dato che a parteciparvi sono soltanto coloro che aderiscono all’iniziativa.
LA CONSULTAZIONE AUTOGESTISTA IN VENETO - «Anche gli abitanti della Regione Veneto tengono oggi un referendum. Il quesito parla della separazione dall’Italia», ha annunciato tra retorica e propaganda il conduttore dell’emittente russa, riferendo che dai sondaggi «oltre la metà dei veneziani non è contraria che la loro regione, un tempo chiamata Grande Repubblica Veneziana, diventi uno stato indipendente». L’iniziativa on line, promossa dai venetisti, si concluderà il 21 marzo in Piazza dei Signori a Treviso, quando saranno proclamati i risultati, con tanto di “dichiarazione di sovranità” veneta. Il comitato ha rilanciato ieri i primi numeri: Alle 18.30 hanno votato poco più di 430mila veneti, oltre l’11,50% degli aventi diritto al voto. Con tanto di geografia del voto: alta partecipazione a Vicenza (più di 12omila voti), Treviso (più di 118.300 voti), Padova (105.300). Numeri più bassi tra Venezia (sopra i 50.000 voti) e Verona (27.800 voti), Belluno (3.300 voti) e Rovigo (3.100 voti). Ai cittadini veneti che partecipano non viene chiesto soltanto di esprimersi sulla secessione. Dopo aver votato al quesito principale, è possibile anche votare sui delegati Veneti, così come su altre scelte. Ovvero, se il Veneto debba rimanere nella’Unione Europea, se debba mantenere l’Euro, se debba stare nella Nato. Tutte le informazioni sono presenti sul sito www.plebiscito.eu, dove, oltre a poter votare on line, si elencano anche i luoghi dei seggi e si trova materiale informativo sulle ragioni del “sì”. E, per par condicio, anche quelle del “no”. Ma se quelle favorevoli sono ben argomentate, quelle contrarie sono inesistenti. E si legge soltanto un «A breve pubblicheremo le ragioni del Comitato del No», nonostante il voto sia già iniziato. Nel sito, inoltre, si possono anche proporre osservazioni e dubbi.
LUCA ZAIA E L’INIZIATIVA – Un’iniziativa che era stata ricordata dallo stesso governatore Luca Zaia con un’intervista su Libero. Il leghista aveva precisato:
«Per carità, ben venga il Plebiscito, è la terza o quarta volta che si tenta di farlo; e solo la Lega ha raccolto nei gazebo 100mila firme. Ma è l’iniziativa di un partito che si chiama appunto “Plebiscito 2013”, costola di un altro partito , “Indipendenza veneta”. Bisogna fare delle riflessioni. Il sospetto è che la gente voglia l’indipendenza perché, strangolata dalla crisi chiede tassazioni più basse, mi piacerebbe che pensassero all’indipendenza come movimento culturale, tipo Catalogna o Scozia» Diciamolo: dovevate votare l’indipendenza in Consiglio regionale, ma c’eravate solo voi 20 leghisti e pochi altri. Ed è saltato. «Tecnicamente per fare un referendum sul tema ci vuole una legge regionale, e un Consiglio che voti la legge; l’anno scorso non la votò e la fece tornare in commissione, perché quella legge non aveva la maggioranza e non sarebbe passata».
Senza dimenticare che sarebbe stato incostituzionale. Zaia ha però evocato il modello catalano, prendendo ad esempio il referendum indetto nella regione spagnola di Artur Mas. «Dobbiamo capire se sull’indipendenza riescono ad aprirci un varco. La loro deadline è il 9 novembre 2014. Se l’indipendenza la ottiene Barcellona, seguendo il loro metodo potrebbe ottenerla Venezia», ha continuato. Non senza lanciare un attacco a Matteo Renzi: «Come tutti da Roma, ci guarda dall’alto in basso, crede che stiamo al Luna Park. Ma ilfermento indipendentista è sempre più forte, e non dipende dalla gente del nord sempre più strozzata, dipende da Roma», ha concluso il governatore veneto.
SULLA BBC – L’iniziativa autogestita dei venetisti è intanto rimbalzata anche sui media britannici: è stata la Bbc ad occuparsene, con un articolo nella sua versione on-line, dove si ricorda anche come nel Regno Unito si terrà a settembre un referendum per l’indipendenza della Scozia. Secondo Alan Johnston della Bbc anche il voto promosso dai venetisti riflette le spinte separatiste crescenti in alcune aree dell’Europa.
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