domenica 16 marzo 2014

Bravo Poletti. Avanti tutta contro i sindacati che difendono i loro privilegi.

Decreto legge lavoro, Poletti: «Vado avanti»

Il ministro ai sindacati: «Non lo ritiro. Discussione in Aula». I contratti a termine? «Più cari dell'1,4%».

Le critiche dei sindacati sul dl lavoro non hanno smosso di un millimetro il ministro Giuliano Poletti. Convinto che le nuove norme creino occupati e non nuovi precari.
Intervistato da La Repubblica il 16 marzo ha ribadito che «il decreto va avanti così. Poi, certo, non siamo infallibili e il dibattito in Parlamento farà il suo corso».
DISCUSSIONE IN PARLAMENTO. Mentre a Il Mattino Poletti ha detto: «Non ho la presunzione di credere che le nostre scelte siano perfette. Penso che i fondamentali vadano bene, la direzione è quella: nel confronto con il Parlamento vedremo cosa eventualmente ci verrà chiesto di modificare». E, riferendosi alle critiche di Cgil e industriali, ha sottolineato: «Se uno mi dice che devo ritirare il decreto è ovvio che non lo farò mentre una discussione di merito lungo il percorso parlamentare è normale che ci sia».
NESSUN AUMENTO DELLA PRECARIETÀ. Il ministro ha escluso che le nuove norme aumentino la precarietà. «Queste modifiche permetteranno all'azienda di assumere con maggiore tranquillità e daranno ai lavoratori maggiori possibilità di ottenere tre anni continuativi di lavoro. Se facilito l’azienda nel rinnovare il contratto allo stesso ragazzo per tre anni di fila», è stato il ragionamento del ministro, «è più probabile che alla fine dei tre anni, sempre che la domanda di lavoro persista, quell’imprenditore decida di assumerlo a tempo indeterminato, visto che il contratto a termine, quanto a contributi, è più caro dell’1,4%».
«I paletti previsti dalla riforma Fornero avevano il giusto obiettivo di limitare l'uso dei contratti temporanei, ma hanno prodotto l'effetto inverso», ha spiegato il ministro.
NESSUNO A CASA COL SUSSIDIO. Sui due quotidiani Poletti si è poi detto certo della «buona fede» del segretario Cgil Susanna Camusso.
«Di certo la deregulation non è la mia mentalità. Ma avere norme giuste che non producono effetti o ne producono di contrari è peggio». Poletti si è soffermato anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali. «Il principio che muove l'intera politica di questo governo, si parli di carcerati, anziani immigrati, è che tutti dovranno avere un ruolo», sono state le aprole di Poletti, «nessuno starà a casa aspettando il sussidio».
ASSIEME WELFARE E LAVORO. «Vogliamo smontare certe enclave in cui si ricevono soldi pubblici e non si restituisce nulla alla collettività», ha infine sottolineato il ministro del Lavoro, «metteremo assieme il welfare e il lavoro, due temi che sono strettamente correlati visto che due terzi dei problemi che insorgono nel primo sono causati dalla mancanza del secondo».
Domenica, 16 Marzo 2014

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