Poveri noi: in Italia crolla il reddito
La crisi ha sottratto 2400 euro alle tasche dei cittadini: il reddito delle famiglie italiane è sceso due volte di più della media europea. Uno dei cali più forti di tutta l'Eurozona
Redazione Today18 Marzo 2014
Il reddito di noi italiani è calato il doppio rispetto alla media dell'eurozona: così afferma il rapporto annuale sullo stato sociale "Society at a glande 2014" dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Se in media il reddito procapite è sceso nell'Eurozona di 1100 euro l'anno, in Italia la diminuzione è più del doppio: meno 2400 euro l'anno.
Il calo ha riguardato tutta l'Unione Europea tra il 2007 e il 2012, a causa della crisi finanziaria globale e poi di quella sui debiti pubblici nell'area euro. Così il reddito medio procapite nostrano si è ridotto a 16 mila e 200 euro l'anno.
La riduzione dei redditi non evidenzia soltanto come la crisi sia arrivata fin dentro le nostre tasche, ma anche che "le condizioni nel mercato del lavoro per tutte le fasce della popolazione" abbiano subito un forte deterioramento. In particolare per i giovani: con un livello del 55%, la nostra percentuale di persone in età lavorativa occupate è la quarta più bassa tra i 34 Paesi dell'Ocse. Peggio di noi solo Spagna (54,3%), Turchia (49,7%) e Grecia (49,2%). Dato che non stupisce troppo, visto che spesso anche dati dell'Istat avevano sottolineato il dilagare e l'aumento della disoccupazione giovanile.
Per i giovani tra i 18 e i 25 anni tra il 2007 e il 2010, il tasso di povertà è infatti cresciuto di tre punti percentuali, arrivando al 15,4%, e quello degli under 18 è salito di due punti, raggiungendo il 17,8%. Giovani e giovanissimi sono così diventati le fasce d'età con il tasso di povertà più elevato, davanti ai quarantenni (13,4%) e agli over 75 (11,7%). Un trend che, secondo gli esperti Ocse, si confermerà anche per i prossimi anni.
In generale però c'è meno reddito anche perché c'è meno lavoro: 15 italiani su cento non guadagnano e tra il 2012 e il 2013 il 15% degli adulti in Italia vive in una famiglia che non percepisce alcun reddito da lavoro.
Ciò ha drasticamente aumentato la povertà: nel 2011, il 13,2% ha dichiarato di non potersi permettere di comprare cibo a sufficienza (contro il 9,5% nel 2007) e il 7,2% di aver rinunciato a far ricorso a cure mediche per motivi economici. Inoltre "meno di 4 disoccupati su 10 ricevono un sussidio", e l'Italia è la sola in Europa insieme alla Grecia a non avere "un comprensivo sistema nazionale di sussidi a basso reddito". C'è quindi il rischio che "le difficoltà economiche e le disuguaglianze diventino radicate nella società".
La diminuzione dei redditi in Italia, sempre secondo l'Ocse, riflette la debolezza del sistema di previdenza sociale nel rispondere alle necessità di quanti hanno perso il lavoro o hanno visto il loro reddito da lavoro contrarsi. Ma nonostante questo l'organizzazione si dice speranzosa per il nostro destino: l'Italia era arrivata alla crisi finanziaria "con un sistema di previdenza sociale scarsamente preparato" al boom di povertà e disoccupazione, ma aggiunge anche che "le recenti proposte di riforma del mercato del lavoro e l'estensione del sistema di previdenza sociale rappresentano degli importanti passi nella giusta direzione".
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