Linee guida urgenti per evitare il caos nei meetup; trasparenza nella comunicazione tra lo staff, il capogruppo e l'assemblea dei senatori; chiarezza su chi, cosa e come scrive i post sul blog; certezza nei criteri di candidatura alle elezioni europee e nei risultati delle votazioni online.
Qualche tempo Ivana Simeoni, senatrice del Movimento 5 stelle, aveva preso carta e penna, e indirizzato questa lunga serie di richieste ai colleghi. Non perché i destinatari ultimi fossero loro, quanto per una condivisione più ampia possibile. Scriveva infatti Simeoni: "Cari colleghi, vi comunico che ho intenzione di presentare i seguenti questi a Casaleggio quando verrà e gradirei discutere e votarli con voi in assemblea, perciò chiedo che vengano messi all'ordine del giorno".
Un segnale del grande disagio che molti fra i parlamentari stellati sentono rispetto alla gestione opaca e tendenzialmente verticistica dei meccanismi decisionali interni.
E, nonostante le espulsioni, le dimissioni e le tensioni che hanno attraversato il gruppo a Palazzo Madama, la richiesta che non è mai stata esaudita, le domande rimaste inevase. Eppure Simeoni chiudeva la sua missiva con parole inequivocabili: "Vi comunico che se l'assemblea non discuterà e voterà su questi punti in un regolare Ordine del giorno sarà mia premura andare direttamente da Casaleggio a porli io stessa. E se lui non dovesse ricevermi sarà mia premura andare alla Casaleggio associati di Milano a porre i quesiti (con tenda al seguito)".