Truffa e associazione per delinquere, in manette i vertici di Infrastrutture Lombarde
Nel mirino della Procura di Milano la struttura che appalta i lavori della Regione Lombardia. Fra gli otto arrestati l'ex direttore generale Rognoni, coinvolto anche in un'inchiesta su Expo, e il dirigente Perez
Bufera giudiziaria suInfrastrutture Lombarde, la struttura che appalta i lavori della Regione Lombardia. L'ex direttore generale Antonio Giulio Rognoni e il capo dell'ufficio gare e appalti della 'Infrastutture Lombarde societa per azioni' (Ilspa), Pierpaolo Perez, sono stati arrestati dalla dalla guardia di finanza su ordine del gip Andrea Ghinetti con l'accusa di associazione per delinquere, turbativa d'asta, truffa alla Regione e falso. Al centro dell'indagine ci sono affidamenti esterni di incarichi come consulenze legali e controlli sugli appalti che sarebbero stati conferiti in modo illecito. Rognoni, al quale sono stati contestati 67 capi d'accusa e che si è dimesso nei mesi scorsi da direttore generale di Infrastrutture Lombarde, risultava già indagato per turbativa d'asta in un'inchiesta su un appalto relativo a Expo 2015.
Infrastrutture Lombarde si occupa di investimenti pubblici per miliardi di euro. Gli inquirenti hanno riscontrato modalità illecite negli affidamenti esterni di incarichi nei settori della consulenza legale e dei controlli degli appalti, per un valore di alcuni milioni di euro a partire dal 2008. Ai domiciliari sono finiti Carmen Leo, Fabrizio Magrì, Maurizio Malandra, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli e Salvatore Primerano.
L'indagine - scaturita dalla denuncia di un imprenditore che si è ritenuto danneggiato dalle procedure di affidamento di un appalto - è una di quelle segnalate nell'esposto al Csm del procuratore aggiunto Robledo. Quest'ultimo aveva segnalato "violazioni" nell'assegnazione e nella gestione dei fascicoli da parte del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. I due magistrati hanno tenuto una conferenza stampa congiunta sugli otto arresti. Bruti e Robledo, seduti uno accanto all'altro nell'anticamera del procuratore, hanno fornito assieme agli investigatori i dettagli dell'operazione. Alla domanda se si trattasse di uno dei fascicoli oggetto dell'esposto, Robledo ha replicato: "Non voglio rispondere a questa domanda". E a un cronista che ha provato a stemperare la tensione con una battuta ("in queste occasioni di solito ci si stringe la mano"), Robledo ha risposto: "Non siamo capi di Stato".
I reati fine sono contestati in concorso ad altri indagati a piede libero: Ernesto Stajano, Giovanni Caputi, Barbara Orlando, Manuela Bellasio, Cecilia Felicetti, Nico Moravia, Francesca Aliverti, Manuel Rubino, Giuseppe De Donno, Simona Trapletti, Bruno Trocca, Elena Volpi, Alberto Chiarvetto, Paola Panizza, Roberto Bonvicini, Celestina Naclerio, Erika e Monica Daccò, Marco Caregnato, Marcello Ciaccialupi, Vittorio Peruzzi, Alberto Porro, Gianvito Prontera, Alberto Trussardi, Maria Marta Zandonà, Stefano Alvarado, Massimo Viarenghi, Stefano Chiavalon e Maurizio Massaia. L'arresto di Rognoni "non può lasciare indifferente la giunta regionale lombarda e il presidente Roberto Maroni, che fino a poco tempo fa paventava l'ipotesi di nominarlo quale sub commissario a Expo per difendere gli interessi della Regione", fanno sapere in una nota i consiglieri del Movimento 5 Stelle.
Sulla vicenda interviene anche il coordinatore del centrosinistra, Umberto Ambrosoli: "Queste notizie gettano un'ombra inquietante sulla Regione. L'indagine attiene alla politica la responsabilità di una partecipata che gestisce un pezzo consistente del patrimonio pubblico in modo evidentemente poco limpido. Lo denunciamo da tempo. E il presidente Maroni, per quanto i fatti riguardino più che altro le scorse legislature, non può chiamarsi fuori. Occorrono maggiori controlli e un impegno vero a rendere trasparenti i bilanci di questo colosso finanziario a intera partecipazione regionale".
In una nota Paolo Besozzi, presidente di Infrastrutture Lombarde, si dice "convinto che tutti i dipendenti coinvolti possano dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati" e annuncia di "aver già provveduto a convocare il consiglio di gestione per l'assunzione dei provvedimenti a garanzia della continuità aziendale anche con riferimento al contributo nella realizzazione delle opere connesse a Expo 2015, che non subiranno quindi alcun ritardo".
Infrastrutture Lombarde si occupa di investimenti pubblici per miliardi di euro. Gli inquirenti hanno riscontrato modalità illecite negli affidamenti esterni di incarichi nei settori della consulenza legale e dei controlli degli appalti, per un valore di alcuni milioni di euro a partire dal 2008. Ai domiciliari sono finiti Carmen Leo, Fabrizio Magrì, Maurizio Malandra, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli e Salvatore Primerano.
L'indagine - scaturita dalla denuncia di un imprenditore che si è ritenuto danneggiato dalle procedure di affidamento di un appalto - è una di quelle segnalate nell'esposto al Csm del procuratore aggiunto Robledo. Quest'ultimo aveva segnalato "violazioni" nell'assegnazione e nella gestione dei fascicoli da parte del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. I due magistrati hanno tenuto una conferenza stampa congiunta sugli otto arresti. Bruti e Robledo, seduti uno accanto all'altro nell'anticamera del procuratore, hanno fornito assieme agli investigatori i dettagli dell'operazione. Alla domanda se si trattasse di uno dei fascicoli oggetto dell'esposto, Robledo ha replicato: "Non voglio rispondere a questa domanda". E a un cronista che ha provato a stemperare la tensione con una battuta ("in queste occasioni di solito ci si stringe la mano"), Robledo ha risposto: "Non siamo capi di Stato".
Sulla vicenda interviene anche il coordinatore del centrosinistra, Umberto Ambrosoli: "Queste notizie gettano un'ombra inquietante sulla Regione. L'indagine attiene alla politica la responsabilità di una partecipata che gestisce un pezzo consistente del patrimonio pubblico in modo evidentemente poco limpido. Lo denunciamo da tempo. E il presidente Maroni, per quanto i fatti riguardino più che altro le scorse legislature, non può chiamarsi fuori. Occorrono maggiori controlli e un impegno vero a rendere trasparenti i bilanci di questo colosso finanziario a intera partecipazione regionale".
In una nota Paolo Besozzi, presidente di Infrastrutture Lombarde, si dice "convinto che tutti i dipendenti coinvolti possano dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati" e annuncia di "aver già provveduto a convocare il consiglio di gestione per l'assunzione dei provvedimenti a garanzia della continuità aziendale anche con riferimento al contributo nella realizzazione delle opere connesse a Expo 2015, che non subiranno quindi alcun ritardo".
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