domenica 9 febbraio 2014

E così deve essere.

Legge elettorale, Renzi: “Se si affonda l’Italicum stop alla legislatura”

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Intervenendo a Firenze il segretario del Pd Matteo Renzi ha ribadito che se salta l’accordo sulla legge elettorale sarebbe molto difficile “immaginare uno spazio di speranza per questa legislatura”.
Matteo Renzi torna a blindare l’Italicum a margine di un’iniziativa a Firenze. Il segretario del Pd ha infatti messo in chiaro di essere consapevole che “siamo a un bivio straordinario. Con le riforme sarà tutto più semplice – ha aggiunto il sindaco di Firenze – anche per quanto riguarda il lavoro, lo sviluppo. Se si affossa anche questa possibilità di riforme – è la minaccia di Renzi – diventa davvero delicato immaginare uno spazio di speranza per questa legislatura”.
“In queste ore ci saranno tantissimi emendamenti – ha aggiunto il leader dei democratici – vediamo su quali ci sarà il consenso di tutti. Il compito del Pd è cercare di prendere il buono dal contributo di ciascuna forza politica e poi trovare un accordo che è complicato ma possibile”. Renzi ha poi precisato che il testo base è già stato approvato e ha auspicato che le modifiche “siano il più condivise possibile: non è pensabile che per lo 0,5% salti l’accordo”.
Il segretario del Pd è poi intervenuto anche sull’ipotesi rimpasto seguita alle dimissioni del ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo. “So che nel vecchio stile della politica era naturale per il segretario andare a bussare alla porta del presidente del Consiglio e dire: ‘ehi, che ci tocca? Quali sono i ministri nostri? Ma noi – ha tenuto a sottolineare Renzi – siamo diversi dalla vecchia politica”.
Il sindaco di Firenze ha poi ribadito che il “giochino” volto a sostituire ministri del centrodestra con ministri democratici o ministri bersaniani con ministri renziani sarebbe “molto triste” e pur mostrando “massimo rispetto” per le dimissioni della De Girolamo – “in Italia è un gesto che non fanno in tanti” – ha chiarito che non si piegherà “a una discussione di quelle che si facevano nella prima Repubblica”.

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