SINDACATO
Crisi governo, Camusso: «Cambiare premier non basta»
E Bonanni: «Ora riduzione delle tasse e rilancio degli investimenti».
Serve un cambio di passo. E al centro si deve mettere il lavoro.
Sussana Camusso, segretario generale della Cgil ha messo nero su bianco le indicazioni da dare al futuro premier Renzi: «Il Paese ha bisogno di discontinuità non solo di un cambio di chi dirige il governo», ha detto intervenendo all'attivo dei delegati della Cgil della Lombardia.
«PARTIRE DAL LAVORO». Camusso ha poi spiegato che il segno del cambiamento va misurato sul progetto del nuovo esecutivo «un programma che metta il lavoro al centro. Ci sono tante cose di cui il mondo del lavoro ha bisogno, se si parte da lì daremo un giudizio di discontinuità», ha detto la leader della Cgil.
«Il lavoro è un tema che è stato trascurato, anche peggiorato, dalle scelte di questi anni di governo», ha aggiunto ancora Camusso, per cui «ha bisogno di investimenti, di creazione di lavoro, di crescita delle tutele, ammortizzatori e questo giudicheremo se c'è una discontinuità».
«DIMISSIONI? QUESTIONE POLITICA». A proposito del governo Letta il segretario generale Cgil ha fatto presente che «noi siamo stati critici sull'assenza di provvedimenti che riguardavano il lavoro».
Poi in relazione alle dimissioni la Camusso ha spiegato che «riguardano il parlamento e il rapporto con le forze politiche. Le forze sociali dicono ciò che va bene o no e ciò di cui ci sarebbe bisogno».
«LETTA NON HA FATTO NULLA». La sindacalista ha quindi concluso che «il giudizio globale» relativo all'esecutivo Letta «è nei confronti di un governo che ha applaudito e detto che erano assolutamente giuste le piattaforme di Cgil, Cisl e Uil insieme a Confindustria sul terreno del fisco e della politica industriale e, poi, non ha fatto nulla di ciò che ha detto che avrebbe fatto».
BONANNI: «SERVE UNA VERA SVOLTA». Alla Cgil ha fatto eco la Cisl, per bocca del suo segretario generale Raffaele Bonanni, che ha chiesto una «vera svolta» al nuovo governo a partire da «una drastica riduzione delle tasse e da una chiara inversione di tendenza su tutti i fattori che bloccano gli investimenti, impantanati da ritardi, veti lobbistici e dalla burocrazia conservatrice».
ANGELETTI: «BASTA PROCLAMI. ORA DECISIONI». Sul passaggio di consegne tra Letta e Renzi è intervenuto anche il leader della Uil, Luigi Angeletti: «Non vogliamo più proclami, ma decisioni. Il governo che verrà non declini la sua agenda al futuro, ma al presente: faccia, non prometta. Vorremmo un programma di governo che scegliesse delle priorità e che poi le mantenesse».
Angeletti ha indicato le priorità al nuovo governo: «Partire da una consistente riduzione delle tasse sul lavoro. Se poi ci fosse qualche incertezza su come fare, siamo anche pronti a suggerire soluzioni che non incidano sul bilancio pubblico», ha dichiarato il segretario della Uil.
Sussana Camusso, segretario generale della Cgil ha messo nero su bianco le indicazioni da dare al futuro premier Renzi: «Il Paese ha bisogno di discontinuità non solo di un cambio di chi dirige il governo», ha detto intervenendo all'attivo dei delegati della Cgil della Lombardia.
«PARTIRE DAL LAVORO». Camusso ha poi spiegato che il segno del cambiamento va misurato sul progetto del nuovo esecutivo «un programma che metta il lavoro al centro. Ci sono tante cose di cui il mondo del lavoro ha bisogno, se si parte da lì daremo un giudizio di discontinuità», ha detto la leader della Cgil.
«Il lavoro è un tema che è stato trascurato, anche peggiorato, dalle scelte di questi anni di governo», ha aggiunto ancora Camusso, per cui «ha bisogno di investimenti, di creazione di lavoro, di crescita delle tutele, ammortizzatori e questo giudicheremo se c'è una discontinuità».
«DIMISSIONI? QUESTIONE POLITICA». A proposito del governo Letta il segretario generale Cgil ha fatto presente che «noi siamo stati critici sull'assenza di provvedimenti che riguardavano il lavoro».
Poi in relazione alle dimissioni la Camusso ha spiegato che «riguardano il parlamento e il rapporto con le forze politiche. Le forze sociali dicono ciò che va bene o no e ciò di cui ci sarebbe bisogno».
«LETTA NON HA FATTO NULLA». La sindacalista ha quindi concluso che «il giudizio globale» relativo all'esecutivo Letta «è nei confronti di un governo che ha applaudito e detto che erano assolutamente giuste le piattaforme di Cgil, Cisl e Uil insieme a Confindustria sul terreno del fisco e della politica industriale e, poi, non ha fatto nulla di ciò che ha detto che avrebbe fatto».
BONANNI: «SERVE UNA VERA SVOLTA». Alla Cgil ha fatto eco la Cisl, per bocca del suo segretario generale Raffaele Bonanni, che ha chiesto una «vera svolta» al nuovo governo a partire da «una drastica riduzione delle tasse e da una chiara inversione di tendenza su tutti i fattori che bloccano gli investimenti, impantanati da ritardi, veti lobbistici e dalla burocrazia conservatrice».
ANGELETTI: «BASTA PROCLAMI. ORA DECISIONI». Sul passaggio di consegne tra Letta e Renzi è intervenuto anche il leader della Uil, Luigi Angeletti: «Non vogliamo più proclami, ma decisioni. Il governo che verrà non declini la sua agenda al futuro, ma al presente: faccia, non prometta. Vorremmo un programma di governo che scegliesse delle priorità e che poi le mantenesse».
Angeletti ha indicato le priorità al nuovo governo: «Partire da una consistente riduzione delle tasse sul lavoro. Se poi ci fosse qualche incertezza su come fare, siamo anche pronti a suggerire soluzioni che non incidano sul bilancio pubblico», ha dichiarato il segretario della Uil.
Venerdì, 14 Febbraio 2014
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