sabato 24 novembre 2012
L'Argentina fallirà, di nuovo...
L'inizio del nuovo millennio fu caratterizzato da due eventi che tutti ricorderanno: l'11 settembre 2001 e il default dell'Argentina. Se il primo è un episodio unico (si spera) nella storia, il secondo non è poi così lontano dal tornare di attualità.
Lo stato dell'America Meridionale si trova infatti ad affrontare di nuovo problemi economici e finanziari tanto da far tornare in mente quei drammatici mesi il cui eco arrivò fino da noi in Italia, vista la grande quantità di persone (anziani soprattutto) che investirono i loro risparmi in bond argentini.
Non è la prima volta che ne parlo: chi mi segue si ricorderà quel "Emigriamo tutti nel paradiso chiamato Argentina", post in cui ironizzavo su ciò che la presidentessa Kirchner e alcuni pseudo economisti andavano sostenendo.
Il bello e il brutto dell'economia è che i nodi prima o poi vengono al pettine e questo è, di nuovo, il momento per il paese.
Se è vero che il PIL argentino è cresciuto dal post default, bisogna precisare che A) il paese è su una miniera d'oro dal punto di vista delle materie prime (petrolio in primis) e visto l'apprezzamento delle stesse in questi 10 anni esse ne hanno influenzato la crescita e B) soprattutto negli utlimi anni, essa è dovuta ad un notevole aumento di spesa pubblica e dell'inflazione.
Per quanto riguarda l'inflazione, le stime ufficiali del governo (dall'istituto INDEC) parlano di una stima del 9-10%, mentre per alcuni economisti "privati" (autori del blog Foco Economico) il tasso è più del doppio:
Sulla spesa pubblica, devo ricordare che l'Argentina de facto non può chiedere prestiti (nessuno si fida a prestarle soldi) quindi per forza deve un avanzo commerciale, cosa che viene a mancare:
Questo è dovuto proprio all'aumentare della spesa pubblica (fonte grafici):
La situazione del deficit è preoccupante, visto che il livello è pari a quello pre-default 2001.
Come paga questo debito? La presidentessa ha in pratica Kirchnerizzato la Banca Centrale (vedi qui) ed a questo è dovuta la spaventosa inflazione.
Gli argentini hanno quindi cercato di difendersi convertendo i propri soldi in dollari. Difesa che però è stata subito contrastata dalla Kirchner la quale ad esempio ha proibito di prelevare dollari e reso difficilissime le importazioni (il Financial Times ha dedicato a tutto ciò un post dal titolo azzeccatissimo a mio parere: "From frustrating to surreal") con ovvie conseguenze.
Un capitolo a parte meriterebbe tutta la questione di YPF, la compagnia petrolifera di proprietà della spagnola Repsol che è stata nazionalizzata qualche mese fa con polemiche ancora oggi non placate che avrò come conseguenza quella di veder fuggire tutti i potenziali investitori internazionali.
Come se ciò non bastasse, pochi giorni fa è arrivata la sentenza dal tribunale di NY che rischia di far crollare una volta per tutte il castello di carta costruito dalla presidentessa.
Concludo con il grafico allarmante dell'andamento dei CDS:
L'Argentia è una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere di nuovo. Non ditelo però a quei sedicenti "economisti", come Loretta Napoleoni, che invocavano questo paese e la sua presidentessa come esempio da seguire.
Aggiornamento 22 dicembre 2012:
Argentina, Saccheggi Nei Supermercati:2 Morti, Decine di Feriti. Per quelli che "seguiamo il modello Argentino"...
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