Maria Mussini, Luis Orellana, Monica Casaletto, Alessandra Bencini, Laura Bignami e Maurizio Romani hanno formalizzato le proprie dimissioni dal Senato della Repubblica. È questione di ore, forse di minuti, e a loro dovrebbero aggiungersi Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Lorenzo Battista.
Nove in tutto i senatori del Movimento 5 stelle che vogliono abbandonare Palazzo Madama in dissenso con la gestione del gruppo da parte di Beppe Grillo. Ma altri manifestano grande sofferenza per la piega che hanno preso gli eventi (tra questi Roberto Cotti, Ivana Simeoni e Michela Montevecchi). Le motivazioni, del disagio generale ancor prima che delle dimissioni dei sei, sono chiaramente indicate nella lettera che Romani ha indirizzato a Pietro Grasso:
"Di mia personale iniziativa mi dimetto dalla carica di Senatore della Repubblica. Lo faccio con dolore ma con convinzione, per rimanere coerente con i miei valori e con l'impegno preso con gli elettori. Definire dissidente ed arrivare ad espellere chi pensa con la propria testa e ha il coraggio delle proprie idee è una mossa suicida; a ciò si aggiunga la rabbia e la violenza che ho visto usare verso i nostri colleghi. Non voglio essere complice di questa specie di linciaggio. In questo modo il Movimento non guadagna coesione, come dice Beppe Grillo, invece perde alcune delle sue forze migliori ed alcuni dei suoi rappresentanti più credibili".
Continua a leggere dopo il testo delle dimissioni di Romani
documento
Analoghe argomentazioni nel testo vergato dalla Bignami:
"In seguito agli ultimi avvenimenti di cui sono stato spettatore attonito e le posizioni assunte dal gruppo parlamentare nel quale sono stata eletta desidero comunicare la mia intenzione di dimettermi dalla carica di Senatore della Repubblica"
"Mi dimetto perche' voglio un Movimento 5 Stelle sano. Ci credo fermamente, per questo ho presentato le mie dimissioni alla presidenza del Senato", ha spiegato la Mussini. "Stamani ho sentito l'intervendo di Battista in Aula - ha aggiunto - e non posso rassegnarmi al fatto che il Movimento si privi delle sue menti migliori". La strada per l'abbandono dell'emiciclo non sarà breve. Le dimissioni dovranno infatti prima essere calendarizzate e poi votate dall'Aula. E, per prassi istituzionale, la prima volta verranno respinta. Una situazione in continua evoluzione.
Alla Camera li hanno seguiti Alessio Tacconi e Ivan Catalano. Raggiunto dall'Huffingtonpost, quest'ultimo ha ammesso: "Era una situazione che non si poteva più sopportare, non volevo più rimanere in un ambiente come quello. Ora mi prendo qualche giorno per riposare, poi vedrò il da farsi".
La settimana prossima Gianroberto Casaleggio sarà a Roma. Mercoledì, giovedì forse. "Un incontro previsto, solo routine", spiega lo staff. Ma è difficile che il big bang a cinque stelle non trovi spazio nell'agenda dei suoi appuntamenti