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ROMA - Clima sempre più teso tra i 5 stelle al Senato. Nel corso della riunione dei senatori sul caso delle nuove espulsioni è esplosa la tensione, al punto che una decina di dissidenti ha deciso di andare via e la senatrice Alessandra Bencini, insultata più volte, è stata vista addirittura in lacrime. Mentre la sua collega Elena Fattori ha drammatizzato: "Siamo tutti sull'orlo del pianto".

Lo scontro è avvenuto con il capogruppo, Maurizio Santangelo, quando la senatrice Serenella Fucksia ha chiesto di invalidare l'assemblea congiunta di ieri sera (che ha dato il via libera alle espulsioni di Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino), perché "prima dovevano riunirsi i senatori". Alla richiesta si è aggiunto Lorenzo Battista, uno dei quattro nel mirino, che a Santangelo ha chiesto: "Chiama Grillo e digli che l'assemblea di ieri non era valida". Ma Santangelo ha risposto senza mezzi termini: "Sai che c'è? Vattene!".

A quel punto una decina di senatori (Bencini, Romani, Pepe, Fedeli, Vacciano, Bignami, Campanella, Bocchino, Orellana, Battista, Iannuzzi) hanno abbandonato la riunione tra urla e parolacce, accusando i colleghi 'ortodossi' di essere "peggio dei fascisti" e minacciando le dimissioni. Anche le senatrici Casaletto, Mussini e De Pietro hanno annunciato l'intenzione di dimettersi. Con questi numeri, tra l'altro, i parlamentari fuoriusciti potrebbero formare un nuovo gruppo a Palazzo Madama, nel quale verrebbero accolti anche gli altri tre senatori M5S già fuori: Marino MastrangeloPaola De Pin e Adele Gambaro.

Per Roberto Cotti "sono più di 30 i senatori pronti a difendere" i dissidenti e a costituire un gruppo autonomo. In un post su Facebook, il senatore Cotti invita i militanti a votare contro l'espulsione. E avverte: "Attenzione. La decisione è stata presa col voto di appena una quindicina di senatori (su 50) ed oltre 60 deputati che non conoscono nemmeno i nostri colleghi".



Dal canto loro i quattro sotto accusa, "rei" di aver criticato il comportamento di Beppe Grillo nel suo faccia a faccia con Matteo Renzi alle consultazioni, si sono difesi in un video.

Dopo la riunione congiunta dei gruppi grillini di ieri sera, l'ultima parola spetta alla Rete: fino alle 19 i militanti M5S potranno votare sul web se ratificare o meno la decisione dell'assemblea.

I dissidenti alla Camera. E sembra che anche un gruppo di deputati del M5S sia pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per la pratica delle espulsioni. I "dissidenti" si starebbero contando per verificare la possibilità di formare un proprio gruppo a Montecitorio, in parallelo con il Senato. Tra loro il deputato Alessio Tacconi, che si schiera con i senatori sotto accusa e in tweet chiede di essere considerato uno di loro:


Grillo sul blog. 
Questa mattina Grillo ha esordito sul suo blog con un post molto duro, in cui si è augurato che la Rete ratifichi l'espulsione: "Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti". Poi ha fatto riferimento agli stipendi da parlamentari: "Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: 'grillo non si fa mai vedere, grillo dall'alto, il blog di Casaleggio'. Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche". E ha incitato i suoi in vista delle europee: "Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo. Daremo il sangue per le europee. Daremo il sangue sulle strade: molti di voi andranno sui palchi di tutti i comuni. 4 mila comuni e due regioni vanno alle elezioni, abbiamo le europee".

A dare man forte al leader il deputato Manlio di Stefano, che su Facebook ha invitato i militanti del movimento ad essere "coesi come la testuggine spartana, ognuno di noi deve sentirsi protetto dal compagno al suo fianco. In questi undici mesi ho sempre sentito, nei momenti fondamentali, una spada conficcarsi al mio fianco. Questo non è più tollerabile. Fate la vostra scelta. In alto i cuori".

L'assemblea di ieri sera, alla quale hanno partecipato anche i quattro dissidenti, è stata tesa e a tratti confusa. Riccardo Nuti ha accusato Campanella di aver già pronto il simbolo per un nuovo movimento politico e persino il nome: "Attivisti liberi". Accuse respinte dal diretto interessato. Sulla stessa linea, seppure con sfumature diverse, anche altri deputati.

Più tardi Orellana, intercettato dai cronisti a Palazzo Madama, confessa che sta pensando seriamente alle dimissioni. E corregge il leader: "Grillo mente, è un bugiardo. I senatori non prendono 20mila euro ma 14mila, sono comunque tanti soldi ma noi abbiamo sempre restituito". E smentisce che fra i dissidenti e il Pd ci sia un accordo.

Intanto questa mattina l'Aula del Senato ha detto no alla mozione di sfiducia M5S per i neo ministri Federica Guidi e Giuliano Poletti. Il Movimento ha chiesto che venissero discusse a breve, ma l'assemblea ha respinto la modifica del calendario. E in proposito il senatore Mario Michele Giarrussodenuncia su Facebook che risultano depositate a suo nome e senza il suo consenso due richieste di sfiducia per due ministri del governo in carica:
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