M5S boom voti in 4 sondaggi. Ma quello buono è uno solo
Pubblicato il 2 settembre 2015 15:15 | Ultimo aggiornamento: 2 settembre 2015 15:19
ROMA – L’Istituto Piepoli ha fornito a La Stampa un sondaggio elettorale in quattro scenari. In tutte e quattro le simulazioni M5S incassa un sacco di voti. Ma delle simulazioni-scenari ben tre sono assai improbabili. Uno solo è quello buono ed è quello dove M5S fa un pieno di voti però mica è detto che vince, anzi.
Tutte e quattro le simulazioni scenari si fermano al primo tempo di una prossima partita elettorale. Partita che però, legge Italicum operante, di tempi ne prevede due. Quindi interessante e importante come finisce il primo tempo, però se non si gioca il secondo di tempo il risultato finale non c’è. E non è un caso che l’Istituto Piepoli non si sia spinto fino a simulare il secondo tempo, sì insomma il ballottaggio, e abbia preferito restare sul relativamente sicuro del primo tempo e turno di voto.
Fino al primo tempo sondare è relativamente facile, si registrano con maggiore o minore capacità ed esattezza le reazioni elettorali all’offerta politica che c’è. Qualcuno sale, qualcuno scende ma il panorama, la geografia sono quelli conosciuti. Al secondo tempo, al ballottaggio, quando mai verrà ci sarà invece una offerta politica mai formulata e quindi ci saranno risposte di comportamenti elettorali mai praticati e quindi non misurabili, neanche nelle intenzioni. Nessuno ha mai risposto con la sua scheda elettorale alla domanda di fatto: governo a Renzi o governo a Grillo? Come risponderanno alla domanda quelli del governo a Berlusconi o quelli del governo a Bersani o quelli del governo a Salvini o quelli del governo a uno Tsipras nostrano? Domanda mai fatta dai fatti, risposta mai formatasi nella “testa” dell’elettorato, risposta quindi al momento letteralmente insondabile, impermeabile ai sondaggi.
Piepoli-La Stampa comunque un sondaggio l’hanno fatto, come si è detto in quattro scenari quattro.
Primo scenario: Pd si allea alle elezioni con Sel, M5S va da solo alle elezioni, Lega Nord e Forza Italia vanno ciascuna per suo conto, non c’è un partito nuovo di sinistra fatto di Sel più scissioni dal Pd e varie ed eventuali dalla galassia gauchista. Scenario che contiene tre probabili errori. Primo errore: Pd e Sel non andranno uniti. Secondo errore: Lega Nord e Forza Italia non andranno divisi. Terzo errore: il nuovo partito a sinistra ci sarà. Scenario quindi con tre improbabilità che merita un insufficiente voto di probabilità: non più di cinque su dieci. Scenario improbabile che ha come risultati elettorali: Pd più Sel 37 per cento, M5s 28 per cento, Lega Nord 18 per cento, Forza Italia più Ncd 13 per cento. Improbabile lo scenario, improbabili i risultati. Intenzioni di voto misurate forse anche con esattezza, ma non saranno queste le scelte di voto reali su cui realmente voteremo.
Secondo scenario: Pd va da solo alle elezioni, M5s e Lega vanno alleate al voto, Forza Italia va con Ncd, c’è il nuovo partito di sinistra anti Pd. In questo scenario secondo Piepoli sondaggio Pd 37 per cento. Grillo con Salvini 30 per cento, Forza Italia Ncd 17 per cento, alleanza di sinistra-sinistra 12 per cento. Plausibile Pd vada da solo, possibile Forza Italia con Ncd, probabile il nuovo partito a sinistra. C’è un solo errore ma madornale: l’alleanza Salvini-Grillo. Voto di plausibilità allo scenario secca insufficienza: quattro su dieci.
Terzo scenario: M5S va da solo, Renzi va in alleanza con Alfano e Cicchitto, Berlusconi e Salvini vanno insieme, c’è la lista sinistra-sinistra. In questo scenario M5S fa 29 per cento, Pd-Ncd fa 28, Lega Nord-Forza Italia fa 26, lista rossa fa 13. Anche qui un solo errore ma grandicello assai: Renzi che porta il Pd a spiaggiarsi in una lista elettorale unitaria niente meno che con gli ex berlusconiani. Improbabile e voto di probabilità allo scenario sotto la sufficienza: quattro e mezzo.
Quarto e ultimo scenario del sondaggio, l’unico plausibile. Pd di Renzi va da solo, M5S va da solo, Berlusconi e Salvini vanno alleati e ‘è la lista rossa. E’ cosi che con massima probabilità andranno le cose ed è così che si presenteranno all’elettorato. Voto di probabilità: tra il sei e il sette. Risultati di questo scenario: Pd 32 per cento, M5S 27 per cento, Berlusconi più Salvini 27 per cento, lista rossa 10 per cento.
E il secondo tempo, il ballottaggio? Il 27 per cento che ha votato Berlusconi-Salvini al secondo turno sta a casa, vota Grillo, vota Renzi? Il 10 per cento che ha votato al primo giro per la sinistra-sinistra, al secondo che fa, vota Grillo o Renzi o si astiene? Alcuni intervistati da La Stampa, sondaggisti e politologi, credono oggi di vedere una nuova antropologia di elettore: “prevalentemente della sinistra tradizionale, quelli che votavano Pci, Ds, Pd”, per dirla con Robert Weber, oggi pronti a votare Grillo. E quindi, sommando questi all’effetto Parma (gli elettori di destra che al secondo turno votano M5s a dispetto del Pd) il ballottaggio potrebbe girare a favore del Movimento e di Grillo e bastonare Renzi e il suo Pd. Di certo un umore muoia Sansone con tutti i filistei c’è nell’elettorato più conservatore della sinistra. Ma, a parte gli ex Pci che odiano Renzi come la peste, chi davvero sa come milioni e milioni di elettori di ogni voto passato reagiranno alla domanda e prospettiva: volete, qui e oggi in Italia un governo M5S con corollari vari tra cui, tanto per aperitivo, il referendum anti euro?
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