sabato 5 settembre 2015

E pensare che Salvini offende ogni giorno Alfano e Renzi perché fanno bene quello che le altre nazioni europee non sanno fare.

Migranti, i luoghi soffocati dall'emergenza

Non solo Brennero. A Traiskirchen e Calais proliferano gli insediamenti illegali. Dove migliaia di profughi vivono senza cure. E vedono i propri diritti violati.

05 Settembre 2015
Camion pieni di cadaveri attraversano l'Europa come i barconi carichi di morti il Mediterraneo: centinaia di corpi sono stati rinvenuti negli ultimi giorni, macabri ritrovamenti.
Si soffoca stipati per asfissia, nei tir tra l'Ungheria e l'Austria, o per i gas di scarico, nelle stive delle carrette soccorse nel Canale di Sicilia.
Altri migranti, i più deboli e anziani, non ce la fanno per freddo e malattia, fame e abbandono nelle Caienne nate del cuore dell'Europa, alle frontiere tra Stati e lungo altre barriere.
CRESCE L'EMERGENZA. Baraccopoli, tendopoli, distese di senzatetto germinano nel continente, a volte anche da anni.
Mentre i Paesi in via di sviluppo accolgono milioni di profughi, Stati come Austria, Germania e Gran Bretagna - e sopra tutti l'Unione europea - hanno rimandato fino all'ultimo misure serie per l'emergenza, lasciando proliferare il traffico di esseri umani, finché non è esplosa la catastrofe umanitaria.
DIRITTI UMANI VIOLATI. Non sono solo i migranti sparsi in Italia tra centri di raccolta, frontiere e stazioni, ad allertare la Croce rossa e le ong.
A lungo si è parlato soltanto di loro, ma in Europa esistono luoghi con condizioni per migranti e profughi persino più vergognose, indegne di Paesi civili.
In Austria è scattata un'ispezione di Amnesty international per violazione dei diritti umani su migliaia di stranieri. Da mesi i sindaci della Manica denunciano l'allarme sanitario.

In Austria migliaia di profughi senza un tetto né cure mediche

  • Un profugo nel centro di Traiskirchen dorme all'aperto con le sue cose. Tra loro anche minori (Getty).

A Traiskirchen, paesone borghese della Bassa Austria, il 6 agosto un team dell'ong internazionale ha visitato il centro di raccolta dei migranti in arrivo da Slovacchia e Ungheria.
Nella cittadina alle porte di Vienna, Amnesty ha rilevato un «cedimento strutturale di vasta portata» sulla gestione dei richiedenti asilo: 1.500 persone al momento della visita dormivano per terra, fuori dalla struttura, un numero quasi raddoppiato a 2.300 meno di un mese dopo.
MINORI SENZA ASSISTENZA. Il centro, il più grande dell'Austria per i migranti, ne può ospitare 1.800. Centinaia di profughi dormono per strada, senza neanche una tenda, nei giardini e accampati tra le isole spartitraffico.
«Sovraffollamento grave», «cure inadeguate» con solo quattro medici in servizio, bagni in un «terribile stato di igiene», «bambini e adolescenti bisognosi di cure e senza un tetto per dormire», «donne incinte lasciate in fila per ore in attesa delle carte d'identità»: in totale diverse violazioni dei diritti umani, aggravate dal dolo secondo l'ong.
TENDE DA PRIVATI DONATORI. «L'Austria non è in crisi finanziaria e neanche in penuria di risorse», scrivono gli ispettori. Solo per il vertice sui migranti della cancelliera tedesca Angela Merkel a Vienna, da privati donatori sono arrivate alcune tende.
I profughi si ammassano a Traiskirchen, perché i Land austriaci hanno la facoltà di rifiutare l'accoglienza. Anche dopo i 71 morti nel tir, il governo intende ora cambiare questa legge, ma si continuano respingere i migranti al Brennero.

Italia, migliaia di migranti al Brennero e a Ventimiglia

  •   Migranti dormono alla frontiera tra Italia e Francia (Getty).

Al Brennero, sul versante italiano, giorno e notte stazionano centinaia di stranieri.
In un anno l'Austria ne ha respinti 5 mila, il 20% di loro almeno per la seconda volta. Mentre la Germania ha chiesto (e ottenuto) l'intensificazione dei controlli.
Vogliono raggiungere Monaco di Baviera ma è difficile che dopo l'apertura tedesca sui siriani si spalanchi anche questo canale: i siriani continueranno a godere del lasciapassare tacito tra le polizie, gli altri no.
La Germania si è presa la quota maggiore di richiedenti asilo, almeno la metà degli altri potrebbero essere migranti economici.
CENTINAIA IN STAZIONE. Per questo Merkel e il presidente francese François Hollande vogliono vincolare l'Italia, la Grecia e gli altri Stati del Sud Europa come la Spagna e la Romania ad aprire il «prima possibile» altri centri di raccolta e registrazione degli stranieri.
A Bolzano in stazione dormono centinaia di migranti, alcuni sono ospitati dalle strutture sociali e di volontariato, 250 sono stati distribuiti nelle valli ma l'emergenza sta lambendo anche Treno.
Il boom di arrivi risale alla chiusura, a giugno, della frontiera di Ventimiglia.
PARIGI SBARRA LE FRONTIERE. Tra Francia e Italia l'emergenza si è sgonfiata: gli oltre 200 stranieri accampati sugli scogli sono stati sgomberati, poche decine sono ora assistite da un presidio permanente con tende, docce e cucina messo in piedi nella pineta al confine di Ponte San Ludovico.
Gli altri sono andati via perché con l'Italia Parigi non cede. Come, con i francesi, non cede il governo inglese sulla Manica. Con Lampedusa e i Balcani, Calais è la terza crisi dell'emergenza migranti.

In 3 mila senza bagni né elettricità: la favelas di Calais

  • Nella giungla di Calais (Getty).

Sul versante francese si trovano oltre 3 mila accampati in baraccopoli e ripari di fortuna.
Un giro nato negli Anni 90, durante la costruzione dell'eurotunnel, che si è gonfiato negli Anni 2000, fino allo sgombero di tende e altri rifugi malsani e la creazione di un grande centro per sans-papiers nella zona.
Nel 2014, con le ondate di sbarchi nel Mediterraneo, è riesplosa l'emergenza degli insediamenti illegali: afghani, eritrei, somali, sudanesi e altri africani hanno ripreso a popolare campi informali e edifici in disuso.
14 ETTARI DI BARACCOPOLI. Poi gli assalti ai traghetti e all'eurotunnel, con punte, questa estate, di 2 mila tentativi a notte, migranti morti sotto i tir o sotto i fili ferroviari dell'alta tensione verso l'Inghiterra.
A Calais, tra le città francesi più povere e con più disoccupati, una cittadella abusiva di 14 ettari è abitata dai migranti. La polizia la chiama la «giungla», tendoni e baracche pericolanti di legno e metallo arrugginito si alternano tra il porto e l'eurotunnel, senza servizi igienici né elettricità.
Questo agosto, l'Alto Commissario Onu per i Rifugiati ha intimato di «rimuovere l'accampamento e trasferire i migranti nelle caserme con condizioni di vita accettabili».
LE GIUNGLE TRA I BOSCHI. Tra Calais e il Belgio, lungo la costa, ci sono decine di altre baraccopoli improvvisate.
A Teteghem, vicino a Dunkerque, un anno fa fu sgomberato un campo abusivo e, fra i boschi, ne è risorto uno più grande «in mano alla mafia inglese», lamenta il sindaco.
Dal 2014 Amnesty denuncia decine di morti nella zona in «condizioni vergognose», ma Parigi non si smuove.

Twitter @BarbaraCiolli

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