lunedì 31 agosto 2015

Riceviamo e pubbliamo. Sghngen non si tocca. Piuttosto pigliatevi i leghisti italiani.

Siamo pronti a scendere in piazza per salvare Schengen?

Senza la libera circolazione delle persone, l’Europa diventa una trappola, soprattutto per i giovani. È ora di farsi sentire, però
STR/AFP/Getty Images

STR/AFP/Getty Images

   
Argomenti: 
Theresa May è il ministro degli interni britannico. Domenica 30 agosto, in un lungo articolo al Sunday Times, ha dichiarato che è arrivato il momento di modificare i trattati europei sulla libera circolazione delle persone. Quando fu sottoscritto il trattato di Schengen, ha dichiarato la May, «libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro». 
Diciamolo subito: la Gran Bretagna - soprattutto a causa della forza centripeta di una metropoli globale come Londra - è uno di quei Paesi in cui il saldo migratorio, soprattutto quello giovanile, è positivo. In altre parole, dalle parti del Big Ben non si parla di fuga dei cervelli come si fa da noi. Lo stesso vale per altri Paesi del continente come la Danimarca, o i Paesi Bassi, o la stessa Germania. Dalle nostre parti, al contrario, la disponibilità di muoversi nel Continente per trovare lavoro è stato uno dei (pochi) argini alla crescita esponenziale della disoccupazione giovanile. 
Qualcuno, insomma, potrebbe dire che ci sta bene, che c’è sempre qualcuno più invaso di te che ti blocca alle frontiere. Sul web gira una bella storiella in cui un leghista dice all’altro: «In Gran Bretagna vogliono chiudere le frontiere? Che bello, trasferiamoci subito lì», che rende perfettamente l’idea.
Schengen e la libera circolazione tuttavia, sono molto più che una questione di contabilità occupazionale e di dialettica tra “invasi” e “invasori”. Per molti di noi l’Europa di Schengen è l’unica Europa possibile
Schengen e la libera circolazione tuttavia, sono molto più che una questione di contabilità occupazionale e di dialettica tra “invasi” e “invasori”. Per molti di noi e ancor di più per chi è nato dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa di Schengen è l’unica Europa possibile. Nessuno di loro ha mai vissuto, nemmeno in tenera età, l’esperienza di mostrare i passaporti alla frontiera tra Italia e Francia. Pochi fra loro hanno nei ricordi da bambini la Lira, il Marco, il Franco e la Peseta e di certo non le rimpiangono. 
San José, Silicon Valley, California (David McNew/Newsmakers)

LEGGI ANCHE

Molti, moltissimi, al contrario, si chiedono perché l’Europa non sia ancora più unita. Perché sebbene abbia lo stesso nome di quello che ha in Italia, il gestore telefonico spagnolo non gli permettere di connettersi a internet. Perché i contributi che paga lavorando in Francia non finiscono nel medesimo fondo di quelli che paga in Italia. Perché, cambiando Paese, cambiano le regole per aprire un’attività, le aliquote fiscali, i servizi sociali offerti. Perché, in altre parole, ci sia ancora così poca Europa. 
La revisione di Schengen - o addirittura la sua abolizione, come ventila qualcuno - potrà far piacere ai sessantenni che si commuovono di fronte alla bandiera, a chi non conosce le lingue, a chi ha delle remore ad assumere o a lavorare con uno straniero, a chi preferisce l’ombra del campanile a quella delle torri di controllo degli aeroporti. 
Abolire Schengen sarebbe come privare i giovani, che in Europa “giocano in casa”, del fattore campo
Per i giovani - e più in generale per chi è interessato più alle opportunità che alle rendite - è una sciagura. Non solo perché chiuderebbe un’enorme quantità di porte che oggi sono aperte. Ma anche e soprattutto perché manderebbe in soffitta un pezzo di futuro, uno dei pochi, in cui chi è nato nel nuovo millennio è più a suo agio dei propri genitori. Perdonate la metafora sportiva, ma sarebbe come privare i giovani, che in Europa “giocano in casa”, del fattore campo. 
Angela Merkel (Adam Berry/Getty Images)

LEGGI ANCHE

Domanda da un milione di euro: i millenial europei faranno sentire la loro voce? Scenderanno in piazza per difendere Schengen? Dedicheranno alla loro libertà di circolare un po’ della loro indignazione? In gioco c’è il mondo che si troveranno ad abitare. Se c’è un momento sbagliato per non interessarsene, è questo. 
Argomenti: 

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...