Joe Formaggio vuol tassare i gay: perché spazio alle monate?
Diciamo no ai bavagli ma anche no ai giornalisti che cadono nella trappola di chi spara provocazioni solo per un titolo sui giornali o un passaggio in tv
Pubblicato il 30 agosto 2015 15:08 | Ultimo aggiornamento: 30 agosto 2015 15:08
Dal momento che non sopportiamo censure e bavagli, non le invocheremo mai, neppure per i nostri peggiori avversari.
Restiamo invece convinti che non vi sia, per un giornalista, obbligo alcuno di dare spazio ad ogni provocazione e, soprattutto, a quelle palesemente costruite per ” Andare in pagina” o essere invitati in una delle tante piazze televisive che infestano lo schermo, pubblico e privato.
Perché mai, per fare un esempio, si deve dare spazio a Joe Formaggio, il sindaco di Albettone, un paese del vicentino?
Questo signore ha capito come funziona la macchina e ogni giorno sforna una perla destinata a far clamore, anche se poi tanto distante non va lo stesso.
Qualche tempo si faceva fotografare con il fucile in spalla pronto a respingere l’arrivo di migranti e rifugiati.
Poi fece mettere i cartelli di divieto di accesso per i rom e i “clandestini”.
Quindi ha annunciato la costruzione di muri per proteggere i suoi concittadini dagli stranieri ospitati dai comuni vicini.
Ora ha annunciato che metterá una tassa sui gayper sostenere, con il ricavato, la famiglia tradizionale…
Naturalmente si tratta di solenni ” monate”, per usare un termine classicamente veneto, che non hanno possibilità di essere realizzate perché anticostituzionali, contro le leggi dello Stato ed i trattati europei.
Perché dunque far finta di credergli? Perché invitarlo in trasmissione? Perché amplificare delle non notizie, con il rischio di indurre tanti altri in tentazione?
Se la “monata”, almeno in termini mediatici, paga sempre, perché non fabbricarne una al giorno, nella speranza che qualcuno la riprenda e qualche altro finga pure di crederci?
La libertá di informazione non impone a nessuno l’obbligo di essere il complice di ogni produttore di flatulenze mediatiche e politiche.
Se ai cronisti spetta la libertá di scegliere se dare o meno spazio ai Formaggi di turno, lo stesso principio non vale per il ministro dell’interno, per i prefetti per gli organismi di garanzia e di tutela dei diritti del cittadino.
A nessun amministratore puó e deve essere concesso di annunciare provvedimenti anticostituzionali e che violano il principio di uguaglianza tra i cittadini.
Non si possono alzare i muri tra un comune e l’altro; non si possono minacciare tasse speciali contro i gay.
Invece di invitarlo in una stazione tv, bisognerebbe convocarlo nella piú vicina “stazione” di Pubblica Sicurezza.
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