Lavoro, Istat: "La disoccupazione a luglio scende al 12%, per i giovani al 40,5%. È il minimo dal 2013"
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Sono positivi i dati sul lavoro, i migliori da due anni a questa parte. Il tasso di disoccupazione a luglio è pari al 12,0%, in calo di 0,5 punti percentuali sul mese precedente e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo rileva l'Istat nelle stime. Il ribasso arriva dopo due aumenti e porta il tasso ai minimi da due anni esatti (era al 12% nel luglio 2013). Nel secondo trimestre 2015 continua, "a ritmo più sostenuto", l'aumento su base annua del numero di dipendenti a tempo indeterminato, con un aumento dello 0,7%, ovvero di 106 mila unità. "L'incremento riguarda gli ultra 50enni e interessa soprattutto le donne, il terziario, il Centro e il Mezzogiorno", spiega l'Istat.
ISTAT VEDE IL PIL AL RIALZO
L'Istat vede al rialzo la crescita del Pil nel secondo trimestre, portandola a +0,3% (da +0,2%) rispetto al primo trimestre e a +0,7% su base annua (da +0,5%), l'aumento tendenziale più alto da quattro anni (secondo trimestre 2011).
Dopo 14 trimestri di crescita e il calo nel primo periodo del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua). L'Istat sottolinea come si amplino i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno.
Renzi: "L'Italia riparte"."L'Istat ci ha offerto dei dati particolarmente significativi: 44.000 mila occupati in più, e 143.000 disoccupati in meno. Per chi è abituato a pensare solo alle cifre, alle statistiche e ai numeri, questi sono solo dei numerini. In realtà è molto di più: sono donne del Sud che finalmente hanno trovato un'occupazione, sono cinquantenni che tornano ad avere una chanches grazie al Jobs act. E' L'idea che il Paese si rimette in moto". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un video messaggio nel quale ha commentato l'andamento dell'occupazione e i dati sulla crescita del Paese. Quelli che arrivano dall'Istat "non sono solo numerini", rimarca il premier, ma "è l'idea che il paese si rimette in moto. Ognuno può avere proprie idee politiche, ma è fondamentale oggi che tutti insieme diamo una mano perché l'Italia torni a crescere", continua Renzi.
"Negli ultimi anni è come se Italia avesse bucato la ruota o fosse caduta in una discesa - rimarca il premier - e il gruppo dei Paesi europei andava molto, molto, molto più forte. Gli ultimi dati che arrivano anche sulla crescita dimostrano che non siamo ancora la maglia rosa ma siamo tornati nel gruppo e siamo tornati grazie al percorso di riforme che abbiamo fatto e che stiamo facendo".
Bene anche il tasso di occupazione. Gli occupati a luglio salgono dello 0,2% su giugno, vale a dire di 44 mila unità in più. Sul luglio 2014 il rialzo è dell'1,1%, con 235 mila persone occupate in più. L'Istituto Nazionale di Statistica spiega che il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali nel confronto mensile, portandosi al 56,3% e tornando ai livelli di novembre 2012. Gli occupati a luglio risultano in totale 22,479 milioni di persone. Nel mese la stima degli occupati aumenta rispetto a giugno per effetto della componente maschile (+0,4%) mentre resta sostanzialmente invariata quella femminile. Il tasso di occupazione maschile, pari al 65,3%, cresce di 0,2 punti percentuali, mentre quello femminile resta stabile al 47,3%. Nella media del periodo maggio-luglio 2015, il tasso di occupazione maschile è in crescita rispetto ai tre mesi precedenti (+0,3 punti percentuali), mentre resta invariato quello femminile. In termini annui, per gli uomini si stima un aumento del tasso di occupazione (+0,9 punti percentuali), mentre per la componente femminile il tasso sale dello 0,4%.
Nel secondo trimestre 2015, ininterrotta da cinque trimestri, continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità). Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%).L'incremento dell'occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità). In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani. Nell'industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l'occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima). L'incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell'1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all'aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell'aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014). Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni.
Il tasso di disoccupazione giovanile scende di 2,5 punti percentuali su base congiunturale a luglio al 40,5% e di 2,6 punti su base tendenziale: anche in questo caso si tratta del miglior risultato da due anni (luglio 2013). L'Istat spiega: "L'aumento dell'occupazione a luglio coinvolge anche i più giovani. La stima degli occupati 15-24enni aumenta del 2,6% su mese (+22 mila) e il tasso di occupazione giovanile sale di 0,4 punti al 15,2%". I giovani disoccupati diminuiscono rispetto a giugno di 51 mila persone (7,6%); i giovani inattivi aumentano dello 0,6% su mese (+27 mila, tasso inattività sale di 0,5 punti al 74,4%. In termini tendenziali, il tasso di occupazione dei giovani 15-24enni cala di 0,5 punti percentuali.
Cresce la spesa delle famiglie. La spesa delle famiglie residenti è cresciuta dello 0,4% nel secondo trimestre 2015 rispetto al periodo precedente, raggiungendo l'incremento congiunturale più alto dal quarto del 2010 (quando era sempre +0,4%). Lo rileva l'Istat, spiegando che invece la spesa della P.A. sul primo trimestre è scesa dello 0,2%.
In calo il fabbisogno. Positivo l'andamento del fabbisogno del settore statale, che si è attestato a circa 31,7 miliardi nei primi 8 mesi dell'anno, con un miglioramento di 19 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2014. Ad agosto il fabbisogno si è attestato a 7,8 miliardi. Il miglioramento - spiega il ministero dell'Economia - appare in linea con la riduzione dell'indebitamento netto tra il 2014 e il 2015 indicata nel Def
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