Braccio di ferro sui conti. Miniaumento del Pil. Squinzi: non è merito di Renzi
Anche il solitamente controllato Pier Carlo Padoan ha utilizzato espressioni trionfanti. Nel commentare i dati di crescita del Pil, diffusi ieri dall’Istat, il ministro del Tesoro si è affidato a Twitter: “Crescita economica acquisita per 2015 = 0,6%, già vicina a ns stima per l’anno (+0,7%)”. E poi anche il titolare di via XX Settembre, seguendo l’esempio del navigato presidente del consiglio Matteo Renzi, si è affidato a un hashtag: “#cisiamo”. Sta di fatto che ieri l’Istituto di statistica ha diffuso dati secondo i quali nei primi tre mesi dell’anno il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,4% (+0,3% la stima precedentemente diffusa dall’Istituto). Nel secondo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (da +0,2% stimato in precedenza) e dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2014 (da +0,5% della stima precedente). Insomma, il tutto significa che il dato di crescita dello 0,7% del Pil, previsto dal Governo per il 2015, è a portata di mano. C’è chi però come il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, non condivide pienamente l’ottimismo di Renzi. Dati sulla crescita economica “come lo 0,3% non bastano, anche perché non è merito nostro, ma è dovuto solo al dimezzamento del prezzo del petrolio, al rafforzamento del dollaro e al quantitative easing”, ha sottolineato il presidente di Confindustria. Secondo Squinzi “noi non abbiamo fatto le pulizie interne” per questo, ha aggiunto, “bisogna fare le riforme per fare ripartire il Paese in modo forte, come merita. Mi auguro comunque che questi dati siano l’avvio di una ripresa vera”.
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