Budapest, stop ai treni dei profughi per la Germania. Evacuata la stazione. Governo: "I migranti non ci servono"
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La stazione internazionale di Budapest è stata evacuata martedì mattina per allontanare le centinaia di profughi che tentavano di disperatamente di salire sui treni diretti in Austria e in Germania. Nel primo pomeriggio la polizia ha tentato lo sgombero dei rifugiati che stavano protestando nella piazza davanti allo scalo ferroviario e il governo ungherese è pronto a inviare 3500 soldati al confine con la Serbia per fermare lo straordinario flusso di richiedenti asilo.
Lo sgombero:
Un portavoce del governo ha spiegato che l'Ungheria intende applicare alla lettera la normativa europea secondo la quale i cittadini di Paesi non comunitari devono essere in possesso di un passaporto e di un visto utile per viaggiare all'interno di Schengen. "Non penso che l'Ungheria abbia bisogno di un singolo immigrato proveniente dall'Africa o dal Medio Oriente, l'Europa deve usare le sue risorse umane e, se vuole una politica per l'immigrazione, questa deve essere regolata e controllata", ha detto il capo dello staff del premier ungherese, Janos Lazar, in un'audizione davanti ad una commissione parlamentare, mentre a Budapest è caos per la decisione di chiudere la stazione ai migranti.
"Nell'ultimo decennio - ha continuato - una visione di sinistra ha dominato il Parlamento e la Commissione europea, una visione per cui il modo per sviluppare l'Europea è quello di permettere a tutti di entrare e di accettare tutti senza controlli e regole". Dall'inizio dell'anno l'Ungheria ha visto l'entrata di 136mila persone. Il parlamento ungherese sta discutendo un pacchetto legislativo di emergenza per inserire nel codice penale il taglio delle reti anti-migranti e per inasprire le pene contro i trafficanti di esseri umani.
Da giorni la stazione Keleti è diventata il rifugio temporaneo di migliaia di richiedenti asilo in prevalenza siriani, sbarcati in Grecia dalla Turchia e diretti nell'Europa settentrionale. "Nessun treno lascerà o arriverà alla stazione di Keleti sino ad ulteriore ordine. Preghiamo tutti di abbandonare i locali della stazione", ha ammonito un annuncio diffuso tramite altoparlanti nella stazione, mentre agenti della polizia facevano sgomberare le persone presenti. Poco dopo la stazione ha aperto nuovamente, ma i profughi non vengono lasciati entrare.
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Non è chiaro fino a quando la stazione Keleti di Budapest rimarrà chiusa e per il momento a nessun richiedente asilo è consentito partire, nonostante molti abbiano acquistato un regolare biglietto. Nelle prime ore del mattino era salita la tensione tra i migranti che tentavano di prendere i treni per Vienna e Monaco ed erano scoppiati tafferugli.
Dopo lo sgombero, i profughi si sono radunati di fronte alla stazione urlando "Riapritela!" e sventolando i biglietti. Il reporter di Afp, Peter Murphy, dice che gli altri slogan sono "Merkel" e "Germania". Qualche ora più tardi la polizia ha sgomberato anche la piazza.
Angela Merkel chiarisce che la situazione a Budapest non è stata creata dalla nuova politica tedesca di accoglienza dei siriani: "Non vedo corresponsabilità". All'Austria, che chiedeva a Berlino di spiegare all'Europa se davvero ha sospeso gli accordi di Dublino sui richiedenti asilo, la Cancelliera ha negato che questo sia accaduto ma ha ripetuto che i profughi siriani in arrivo in territorio tedesco, e che non siano già registrati altrove come profughi, saranno accolti come rifugiati di guerra. "Chiunque arrivi in Ungheria deve registrarsi lì e sottoporsi lì alla procedura di richiesta d'asilo", dichiara il governo tedesco.
Una precisazione che contraddice l'organo federale per le politiche sull'asilo, che la scorsa settimana precisava come la Germania avrebbe ricevuto tutte le domande d'asilo dei siriani senza indagare se questi avessero lasciato le impronte digitali nel primo paese di ingresso (solitamente Italia, Ungheria, Grecia). In vista del summit europeo del 14 settembre, la Germania è tornata a chiedere ai 28 Paesi di accogliere quote obbligatorie di rifugiati. I più scettici rimangono i paese dell'Est, ma anche la Spagna si è nuovamente smarcata dal piano franco-tedesco.
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A causa della situazione in Ungheria, il premier magiaro Viktor Orban parteciperà giovedì a un incontro d'emergenza organizzato a Bruxelles tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente dell'europarlamento Martin Schulz.
La polizia di Vienna fa sapere che lunedì 31 agosto sono arrivati nella stazione centrale 3650 profughi, la maggior parte dei quali è proseguita verso la Germania che già da una settimana ha aperto una corsia preferenziale per i siriani.
Si registrano nuove tensioni al confine tra la Grecia e la Macedonia, vicino al paese greco di Idomeni, dove 1500 profughi afghani e pakistani stanno forzando l'entrata in Macedonia per poi raggiungere i paesi del Nord Europa. La polizia macedone fa entrare soltanto piccoli gruppi per volta, diretti alla stazione di Gevgelija.
Più di 350.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo da gennaio, secondo gli ultimi dati Oim, e almeno 2.643 persone sono morte in mare durante la traversata: oltre 118mila sono sbarcati in Italia, gli altri si sono divisi tra Spagna e l'isola di Malta. Il corridoio balcanico dei profughi sta determinando anche un mercato illegale di passaporti siriani: lo sottolinea l'agenzia europea per la protezione delle frontiere (Frontex), secondo la quale in Turchia molti migranti economici stanno acquistando un finto documento siriano per aumentare le chance di chiedere asilo in Europa.
Nel frattempo il Viminale sta cercando 20mila nuovi posti per i profughi che continuano ad arrivare via mare: 94.347 risultano ospitati nei vari centri di accoglienza per richiedenti asilo (9mila nelle strutture governative, 65mila in centri temporanei e 20mila messi a disposizione nel sistema Sprar). Riporta il Corriere della Sera:
Ora si ricomincia a cercare: le prefetture dovranno attivare le procedure urgenti per reperire altri posti. Obiettivo è quello di trovare sistemazioni negli alberghi, nei campeggi, nei residence e nei villaggi turistici che al termine della stagione estiva potrebbero essere disponibili.
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