Grillo spodesta Berlusconi. Balla 2013: “Berlino produce doppio, posti meno 15%”
Pubblicato il 3 gennaio 2014 13.56 | Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2014 13.56
ROMA – “And the winner is… Beppe Grillo!!!”. Il premio non è dei più ambiti, specie per chi, come l’ex comico, dai politici di professione si vorrebbe distinguere, ma è lui quest’anno il vincitore della“Panzana dell’anno”. Riconoscimento che gli anni scorsi si sono aggiudicati fuoriclasse del calibro di Silvio Berlusconi e che, tra i premiati, vede nomi come quelli di Gianni Alemanno e Renata Polverini. E in una sorta di contrappasso dantesco, a premiare Grillo, smascherando la sua panzana, è proprio la sua amatissima rete.
“La crescita non dà posti di lavoro, li toglie”. Con quest’affermazione Grillo si è aggiudicato il premio assegnato dai lettori di Pagella Politica, un sito indipendente e partecipativo di fact-checking politico, composto da un gruppo di giovani studiosi e ricercatori che monitorano, anche grazie ai lettori, le principali affermazioni dei politici italiani, e controllano quelle che si possono verificare perché contenenti fatti e numeri. E se nell’affermazione premiata di numeri sembrano non esserci, il premio è stato assegnato perché Grillo, le sue parole, le aveva volute argomentare.
Era gennaio, ed il futuro leader era in giro per l’Italia a caccia di consenso. Fermandosi a Siena, tra una frecciata e vaffa sul tema Montepaschi, Grillo si era lasciato andare ad un’analisi economico politica, puntando il dito contro la Germania e teorizzando la decrescita felice. Predicando questa aveva portato come esempio negativo Berlino dove, disse, il raddoppio della produzione aveva causato una riduzione dei posti di lavoro del 15%.
E qui, Grillo, ha staccato gli altri concorrenti con quello che si potrebbe definire un colpo di genio: la doppia bufala in una sola affermazione. Roba che nemmeno Garrincha sulla fascia… Dati Ocse ed Eurostat alla mano infatti, la produzione tedesca a quel periodo era sì aumentata, ma non raddoppiata, e l’occupazione, invece di diminuire, era aumentata anche lei. Una panzana pazzesca dunque o, come recita la Treccani, una bufala, una balla, una fandonia. Anzi, due in una.
Sul secondo gradino del podio, Gianni Alemanno che, durante la corsa alla rielezione a sindaco di Roma poi vinta da Ignazio Marino, aveva detto ai microfoni de La7: “Il debito del comune di Roma è zero”. Anche in questo caso affermazione da applausi a scena aperta considerando che, il governo Letta, ha vissuto uno dei suoi momenti più delicati durante la gestione del decreto cosiddetto “salva-Roma”. Decreto pensato, voluto, votato, ritirato e reinserito nel mille proroghe proprio per evitare il default alla Capitale che, a detta dell’ex sindaco, non aveva debiti.
Gradino più basso del podio per il vincitore dell’anno passato: Silvio Berlusconi. L’affermazione del Cavaliere premiata quest’anno è la sempreverde, almeno per il Cavaliere: “Non c’entra nulla il governo sulla riduzione dello spread”.
Gli altri premiati, come riporta Luca Mastrantonio sul Corriere della Sera, sono stati: Nichi Vendola, sulle sberle ricevute dal’Ue per l’iniquità dell’Imu; Roberto Maroni che ha addossato al governo Monti la responsabilità per l’estromissione della Lombardia dalla lista delle 100 regioni più competitive d’Europa; Renato Brunetta, secondo cui bisogna avere una maggioranza precostituita per ricevere l’incarico di formare un governo; Mario Monti che ritiene che, in media, con i governi precedenti le tasse siano aumentate più che con il suo governo, ed Ignazio Marino, secondo cui Berlino nel 2012 ha superato Roma per numero di presenze turistiche.
Al sondaggio hanno partecipato circa in cinquecento lettori che spesso contribuiscono al lavoro di Pagella Politica, segnalando affermazioni con dati o fatti da verificare, o partecipando alla loro stesa verifica. Il controllo viene svolto attraverso il recupero e la pubblicazione di dossier e documenti ufficiali che smentiscono o confermano, del tutto o in parte, l’affermazione esaminata. Il sistema, dunque, è molto aperto, partecipato e votato alla fattualità. “Perché le bugie – recita il motto del sito, che abbassa l’altezza dei politici più avvezzi alla panzana– hanno le gambe corte”; infatti non vanno lontano.
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