La Lettonia domani entra nell'euro, diventa il 18esimo Stato dell'area dopo un vero miracolo economico
L'Huffington Post | Pubblicato: 31/12/2013 11:51 CET | Aggiornato: 31/12/2013 11:51 CET
La Lettonia entra nell'euro. Da domani il piccolo Stato baltico sarà il 18esimo paese con la moneta unica europea. Un piccolo esempio di “euro-entusiasmo” nel Vecchio Continente sempre più “euro-scettico”, un ingresso che diventa realtà dal primo gennaio 2014 e apre le porte all’ingresso della Lituania fra un anno.
Quello della Lettonia è un vero miracolo economico. Prima, nel 2006-2007, gli anni del boom, poi una crisi terribile che ha portato a chiedere un prestito da 7,5 miliardi di euro da Fmi e Ue. Quattro anni fa il Pil era a -18%, ma dopo riforme e politiche di austerity nel 2013 il paese nordico dovrebbe chiudere a +4,2%, con il deficit/Pil all’1,3% e il debito pubblico al 40% del Pil.
Da domani i lettoni inizieranno a ritirare il contante e a pagare con l'euro i propri acquisti: il primo a farlo da un bancomat sarà dopo la mezzanotte il premier dimissionario, Valdis Dombrovskis, che ha rimesso il mandato dopo la tragedia del crollo del tetto di un supermercato nel centro di Riga. Non mancano i timori fra la popolazione. Solo pochi mesi fa, il 58% dei lettoni dichiarava di avere preoccupazioni per il futuro da Stato dell’Eurozona, specie per il rischio di aumento dei prezzi, ma anche perché l’abbandono del lat potrebbe portare alla cessione di parte della sovranità.
"E' un evento importante non solo per la Lettonia, ma per la zona euro stessa che rimane stabile, attrattiva e aperta a nuovi membri" commenta il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, il quale sottolinea che l’ingresso è “il risultato di sforzi notevoli e della determinazione incrollabile delle autorità e del popolo lettone. Grazie a questi sforzi, intrapresi a seguito di una profonda crisi economica, la Lettonia entrerà nella zona euro più forte che mai, inviando un messaggio di incoraggiamento ad altri Paesi che devono subire un adeguamento economico difficile".