Ma sull’impeachment per Napolitano, Grillo non muove un passo. Poi promette: “A gennaio”
In un incontro con i suoi nell'ottobre scorso, il comico a capo del MoVimento Cinque stelle disse: ''prendete l’impeachment di Napolitano. Molti di voi forse non sono d’accordo, lo capisco. Ma è una finzione politica''
Scritto da Emilio Fabio Torsello il 24 dicembre 2013 in Politica
La mazzata l’ha data ieri Dagospia, con poche righe che hanno fotografato una crisi che coverebbe – per ora – sotto la cenere: “Impeachment: Grillo e Casaleggio – scrive l’informatissimo sito noto per i suoi retroscena politici e le sue fonti nel Palazzo – non ne parlano più. Sapete perchè? Sono pochissimi i parlamentari che, sondati, hanno dato la disponibilità ad apporre la propria firma. Sarebbe stato il detonatore per frantumare i gruppi in mille pezzi, veloce è stata la marcia indietro”.
E prosegue raccontando un altro retroscena sull’ultima visita “a Palazzo” di Gianroberto Casaleggio: “Un flop. Incontra solo lo staff comunicazione e qualche senatore pentastellato di passaggio. Tutti gli altri hanno avuto di meglio da fare. Il fatto è che la maggior parte non lo riconosce affatto come autorità politica. Anzi…”
Che sull’impeachment qualcosa non andasse per il verso giusto lo si era capito dopo che il comico a capo del MoVimento dei Cinque Stelle – a distanza di oltre venti giorni dal VDay di Genova di inizio dicembre – aveva smesso di parlarne salvo un generico “ci stiamo lavorando” in risposta ai giornalisti. Sul tema si era invece fatto vivo l’exCavaliere, Silvio Berlusconi, quasi rubando il proposito al comico, ma anche lui – al di là delle bordate mediatiche buone per i lanci di agenzia – si è limitato alle parole senza passare ai fatti. Un andazzo confermato anche dalle parole di Grillo in un incontro con i suoi, riportate dal Fatto quotidiano il 30 ottobre scorso, a un mese da VDay di inizio dicembre a Genova. In un incontro “riservato”, il comico spiegava infatti che “non dobbiamo vergognarci di essere populisti. L’impeachment ad esempio, è una finzione politica per far capire da che parte stiamo”. Come dire: abbiamo scherzato. Da quella stessa conversazione emergeva anche il disappunto dei parlamentari pentastellati: ”Ad esempio – aveva detto il comico ai suoi, secondo quanto riporta Il Fatto – prendete l’impeachment di Napolitano. Molti di voi forse non sono d’accordo, lo capisco. Ma è una finzione politica. E basta. Non possiamo dire che ha tradito la Costituzione. Però diamo una direttiva precisa contro una persona che non rappresenta più la totalità degli italiani. Noi siamo la pancia della gente”.
L’impeachment, soprattutto se urlato da un palco con l’eco mediatica vista, tutti si aspettavano che sarebbe stato qualcosa di immediato, già pronto per la sera stessa del VDay o per il giorno successivo al più tardi (d’altronde a un annuncio simile non si può far seguire il nulla, altrimenti resta un urlaccio a uso e consumo della folla e nulla più). Ieri la spiegazione di Dagospia che chiarisce, in effetti, un silenzio fin troppo prolungato. Come per ogni “report” di Dago, su tutto c’è il beneficio del dubbio ma quanto ha scritto il sito di D’Agostino non è peregrino, anzi. A un annuncio di quella portata – d’altronde – avrebbe dovuto far seguito qualcosa di veloce, già pronto e concordato, capace di concretizzare quanto ascoltato dal palco. E invece ancora niente. A mancare, infatti, sarebbero proprio le firme dei parlamentari.
Come dire: va bene urlare all’impeachment, ma poi – in Parlamento – per fortuna ci stanno gli eletti a Cinque stelle e non Grillo. Al comico i cittadini onorevoli sembrano lasciare ormai solo il palco: sta bene lì.
Aggiornamento: visto il pressing sul silenzio post annuncio, il 25 dicembre (ore 14.06), Beppe Grillo ha fatto sapere che per l’impeachment toccherà aspettare ancora, se ne riparlerà genericamente “a gennaio”.
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