LOBBYING INDIRETTO
Confitto di interessi, per Berlusconi 1 mld in più con gli spot da premier
Boom di inserzioni per Mediaset dal '94 al '09.
Un conflitto di interessi pesante un miliardo di euro. Sarebbe questa la dimensione del guadagno aggiuntivo sugli spot pubblicitari realizzato da Mediaset durante il periodo in cui Silvio Berlusconi ha rivestito la carica di premier. Lobbying indiretto lo hanno definito i quattro economisti di primo piano autori della stima, realizzata dopo anni di analisi sull’andamento del mercato pubblicitario. In soldoni: quando il Cav era a Palazzo Chigi gli investimenti in pubblicità sulle sue reti televisive aumentavano, quando passava all'opposizione calavano.
Stefano DellaVigna, dell’Università di California a Berkeley, Ruben Durante di Science Po a Parigi e Yale, Brian G. Knight della Brown University e Eliana La Ferrara della Bocconi di Milano hanno chiarito col conforto dei numeri come il conflitto di interessi di Berlusconi sia andato oltre la possibilità di usare il governo per favorire le proprie imprese.
ESAMINATE LE INSERZIONI DI 800 AZIENDE. Lo studio (Marked-based Lobbying: Evidence from Advertising Spending in Italy) pubblicato in dal National Bureau of Economic Research degli Stati Uniti, e riportato da La Repubblica ha preso in esame le 800 imprese che hanno speso di più in pubblicità in Italia fra il 1994, il primo anno di governo di Berlusconi, e il 2009.
RELAZIONE DIRETTA CON GLI ANNI AL GOVERNO. La relazione tra la quota di inserzioni riservata a Mediaset, rispetto alla Rai, e i mandati di governo del centrodestra balza subito all'occhio. In particolare si è impennata dal 62% al 66% con la discesa in campo del Cav nel 1994; salita al 69% con la legislatura partita nel 2001; poi scesa durante l'esecutivo di Romano Prodi fino al 2008 e risalita fino al 70% quando Berlusconi è tornato al governo nella scorsa legislatura.
L'acquisto di pubblicità sulle reti Mediaset da parte di gruppi nei settori regolamentati, quelli cioè che dipendono maggiormente dalle scelte del governo nazionale (a esempio le assicurazioni, la farmaceutica, i media e l’editoria e l’auto) è cresciuto in maniera inequivocabile proprio negli anni nei quali Berlusconi è stato al governo. E se quattro mandati fanno una prova...
Stefano DellaVigna, dell’Università di California a Berkeley, Ruben Durante di Science Po a Parigi e Yale, Brian G. Knight della Brown University e Eliana La Ferrara della Bocconi di Milano hanno chiarito col conforto dei numeri come il conflitto di interessi di Berlusconi sia andato oltre la possibilità di usare il governo per favorire le proprie imprese.
ESAMINATE LE INSERZIONI DI 800 AZIENDE. Lo studio (Marked-based Lobbying: Evidence from Advertising Spending in Italy) pubblicato in dal National Bureau of Economic Research degli Stati Uniti, e riportato da La Repubblica ha preso in esame le 800 imprese che hanno speso di più in pubblicità in Italia fra il 1994, il primo anno di governo di Berlusconi, e il 2009.
RELAZIONE DIRETTA CON GLI ANNI AL GOVERNO. La relazione tra la quota di inserzioni riservata a Mediaset, rispetto alla Rai, e i mandati di governo del centrodestra balza subito all'occhio. In particolare si è impennata dal 62% al 66% con la discesa in campo del Cav nel 1994; salita al 69% con la legislatura partita nel 2001; poi scesa durante l'esecutivo di Romano Prodi fino al 2008 e risalita fino al 70% quando Berlusconi è tornato al governo nella scorsa legislatura.
L'acquisto di pubblicità sulle reti Mediaset da parte di gruppi nei settori regolamentati, quelli cioè che dipendono maggiormente dalle scelte del governo nazionale (a esempio le assicurazioni, la farmaceutica, i media e l’editoria e l’auto) è cresciuto in maniera inequivocabile proprio negli anni nei quali Berlusconi è stato al governo. E se quattro mandati fanno una prova...
Martedì, 31 Dicembre 2013
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