domenica 23 novembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

ANALISI 

Elezioni regionali: Emilia e Calabria, i motivi d'interesse

Il braccio di ferro tra renziani e diessini in E-R. Il M5s a rischio flop in Calabria. Vendola e Alfano in cerca di collocazione. Il voto del 23 novembre ai raggi More Sharing Services

Urne aperte in Emilia Romagna e Calabria per la scelta dei nuovi governatori e il rinnovo dei rispettivi Consigli regionali.
Ma al di là delle sfide tra i singoli candidati, sulla nuova tornata elettorale sono accesi anche i riflettori della politica nazionale, che da questa partita aspetta risposte importanti per il futuro dei vari schieramenti in campo, e dei loro leader.
Lettera43.it ha provato a fare il punto sui nodi più importanti che si nascondono in questa insolita sessione autunnale.

1. Dopo i terremoti giudiziari, si cerca di voltare pagina

Se i cittadini dell'Emilia Romagna e della Calabria sono chiamati al voto in anticipo rispetto alla naturale scadenza delle due legislature, è perché i rispettivi presidenti hanno rassegnato le dimissioni in seguito a condanne subite dalla magistratura.
I GUAI DI ERRANI E QUELLI DI SCOPELLITI. L'emiliano Vasco Errani a un annodi reclusione (pena sospesa con la condizionale) per falso ideologico. Il calabrese Giuseppe Scopelliti a sei anni per abuso d'ufficio e falso in atto pubblico (più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici) per aver alterato i conti del comune di Reggio Calabria ai tempi in cui era sindaco, dal 2008 al 2010.
I loro successori avranno dunque il compito di cancellare queste brutte pagine di politica.

2. L'ombra dell'astensionismo sull'Emilia Romagna

Anche perché il vero male del nuovo millennio in politica è la disaffezione dei cittadini.
E non fanno eccezione nemmeno le Regionali 2014.
ATTESO ALLE URNE IL 50% DEGLI AVENTI DIRITTO. A onor del vero, stando alle previsioni della vigilia, il fenomeno dovrebbe riguardare più il Nord (in Emilia è atteso alle urne il 50% degli aventi diritto) che il Sud, anche se le percentuali stimate dai sondaggisti sono comunque al di sotto dello standard degli anni scorsi anche per il tacco dello Stivale.

3. Il braccio di ferro tra le due anime del Pd

Uno degli aspetti più interessanti di questa sfida elettorale, poi, è il braccio di ferro tra le due anime del Pd: la nuova generazione renziana e la vecchia guardia diessina.
La partita è accesissima in Emilia Romagna, anche se la dottrina di partito di una regione rossa al massimo produrrà una calcolata diserzione delle urne. Una volta chiusi gli scatoloni, però, i nodi torneranno tutti al pettine.
OLIVERIO, L'OPPOSITORE DI RENZI. Primo fra tutti la scelta del nuovo segretario regionale, carica prorogata finora dal candidato presidente Stefano Bonaccini (ex bersaniano passato alla corte di Renzi), ma che ora va rimessa in gioco.
Lo stesso discorso vale anche in Calabria, anche se dalle parti di Cosenza la vittoria alle primarie di Mario Oliverio, oppositore interno del segretario a livello nazionale, ha messo in seria difficoltà l'area renziana. Anzi, proprio in netta minoranza.

  • Matteo Salvini, leader della Lega Nord. (ImagoEconomica)

4. La guerra dei populismi: M5s contro Lega

Se bastasse un “vaffa” per governare un Paese o una Regione, il Movimento 5 stelle sarebbe già la prima forza politica italiana.
I fatti dicono però che dopo le elezioni politiche del 2013 il gruppo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ha continuato a perdere sistematicamente consensi.
ANCHE MELONI SI RITAGLIA UNO SPAZIO. Per carità, alle europee il 21% è un risultato di tutto rispetto, ma in confronto al 40,8% del Pd di Renzi diventa una goccia nell'oceano.
L'onda populista però non è stata arginata, ma ha semplicemente cambiato padrone, virando decisamente a favore del leghista Matteo Salvini. E in minima parte anche verso Fratelli d'Italia dell'ex ministro Giorgia Meloni.

5. Il Carroccio insidia Forza Italia

Il Carroccio ha ripreso quota e la paura è che possa (ovviamente il discorso vale per l'Emilia Romagna) addirittura superare la Forza Italia del duo Berlusconi-Fitto, tornata a fare una timida opposizione sui temi economici, pur restando saldamente al tavolo delle trattative sulle riforme istituzionali.
IL CANDIDATO LEGHISTA IN PRIMA FILA. Il nuovo leader della Lega ha cavalcato le incertezze azzurre imponendo un proprio candidato, che ora è dato come principale competitor dell'omologo dem.
Fuori concorso, invece, la candidata del 5 Stelle. Ma ai sondaggi è meglio non credere troppo, come insegna la recente storia dal 2006 al 2014.

  • Beppe Grillo, leader del Movimento 5 stelle. (ImagoEconomica)

6. Il Movimento a rischio implosione

Se al Nord le percentuali del M5s sono basse, in Calabria sono addirittura ridotte all'osso. Ma questo lo dicono sempre i sondaggi, quelli da prendere con le molle.
È un fatto però che buona parte dei cittadini-parlamentari (almeno quelli non più allineati ai diktat di Grillo) ripetono da mesi – a taccuini chiusi e telecamere spente – che le Regionali 2014 e 2015 saranno il detonatore per far implodere il Movimento.
NESSUN CONSIGLIERE A REGGIO CALABRIA. E stando agli auspici delle amministrative di Reggio Calabria del 26 ottobre scorso (un misero 2,5% e nessun consigliere eletto), i gufi pentastellati rischiano davvero di avere previsto bene il futuro.

7. Salvini ne approfitta, e Grillo lo attacca

Il calo del Movimento favorisce indiscutibilmente l'ascesa della Lega.
Il Carroccio ha saputo interpretare meglio il messaggio contro l'euro o la battaglia sull'immigrazione, e di conseguenza intercettare i consensi della pancia più populista dell'elettorato.
«FA SOLO PROPAGANDA». Non è un caso, infatti, se negli ultimi giorni Grillo e lo staff del blog si siano scagliati contro Salvini, accusandolo di fare solo propaganda, cavalcando la mancata alleanza sul referendum M5s per l'uscita dalla moneta unica.

  • Susanna Camusso e Maurizio Landini, segretari di Cgil e Fiom. (ImagoEconomica)

8. L'incognita sindacati nella Regione rossa

Nella rossa Emilia Romagna il sindacato è ancora un culto da rispettare e omaggiare.
E di sicuro i “compagni” non avranno preso bene i continui attacchi del premier Renzi a Susanna Camusso e Maurizio Landini.
LE FRIZIONI CON IL PREMIER. Ma le risposte piccate dei due leader sindacali, e in particolar modo quella decisamente pesante del segretario Fiom da Napoli il 21 novembre scorso, potrebbero anche aver prodotto un riequilibrio nei pesi e contrappesi tra confederazioni e Partito democratico.

9. Le ripercussioni del voto sulle scelte della sinistra radicale

Ai destini della Cgil sono legati a doppio nodo anche quelli della sinistra più radicale. E in particolar modo di Sel, che continua a rimanere nella terra di mezzo dell'opposizione al Pd a livello nazionale e delle alleanze a livello territoriale.
Dai risultati delle Regionali 2014 c'è da scommettere che dipenderanno le prossime decisioni di Nichi Vendola e i compagni collocati dall'altra parte della barricata, come Pippo Civati, Gianni Cuperlo e Stefano Fassina.
LA CALABRIA COME LABORATORIO POLITICO. In Calabria, ancor più che in Emilia, una vittoria di Oliverio potrebbe aprire un vero e proprio laboratorio politico.
A patto, però, che la fortissima componente socialista locale si lasci fagocitare dagli “odiati” cugini comunisti e post-comunisti.

10. Alfano a metà strada tra Renzi e Berlusconi

Infine, anche per gli antagonisti del centrodestra le Regionali 2014 sono un fondamentale banco di prova per capire cosa fare da grandi.
Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano è in bilico tra la voglia di tornare all'ovile berlusconiano (in Emilia) e il desiderio di iniziare un progetto politico con il Pd renziano (almeno era questo l'auspicio in Calabria).
CASINI RESTA ALLA FINESTRA. Per ora, esperimenti nell'uno o nell'altro senso non se ne sono fatti, né se ne prevedono, ma la situazione è in progress e nessuno ha voglia di escludere (o precludersi) le varie possibilità.
Resta alla finestra anche l'Udc di Casini, che a differenza del ministro dell'Interno non ha alcuna barriera ideologica. L'ex presidente della Camera ha mani libere e una discreta dote di voti da offrire. Ovviamente, al miglior offerente. 

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