«Baratta ha lavorato per le senatrici del M5S». Il ministero dà ragione all’ex militante per il posto perduto
Carrara, 23 novembre 2014 - Carlo Baratta ha lavorato per le senatrici del Movimento 5 stelle Laura Bottici e Sara Paglini. In arrivo multe salate alle due parlamentari che hanno sempre dichiarato di non averlo mai assunto come assistente. Dopo un’indagine durata dieci mesi, il ministero del Lavoro non solo ha definitvamente accertato che l’ex militante grillino abbia lavorato per le due senatrici, ma ha provveduto anche a «regolarizzare le sue prestazioni lavorative» che prima non lo erano. L’ispettorato provinciale ha riconosciuto a Baratta due separate collaborazioni – una con Bottici e l’altra con Paglini – da 200 euro l’una come «mini co.co.co» per un totale di 20 ore menisili dal primo al 30 giugno del 2013. Ora nei confronti delle due senatrici il ministero fa già sapere di aver adottato «i provvedimenti amministrativi previsti dalla legge», mentre i vari istituti di previdenza stanno provvedendo alla quantificazione dei contributi che spettano a quello che sarebbe dovuto essere uno dei loro più stretti collaboratori.
Ex assicuratore disoccupato da 4 anni, Carlo Baratta (che nel frattempo si è laureato in agraria) è stato per anni uno dei più attivi militanti del Movimento 5 stelle cittadino, tanto da essere candidato per un seggio in consiglio comunale prima e in parlamento poi. La sua rottura e successivo allontanamento dal Movimento si sono consumati subito dopo le scorse elezioni politiche, quando le due neoelette senatrici hanno scelto di affidarsi ad altri collaboratori. Da quel momento Baratta ha subito iniziato a denunciare di «essere stato trattato in maniera scorretta, tanto da Bottici, quanto da Paglini». Entrambe gli avrebbero fatto sottoscrivere un contratto di lavoro, senza poi rispettarlo. A queste accuse tanto le due parlamentari, quanto buona parte degli altri militanti si sono sempre opposti con forza. «Carlo Baratta ha dichiarato di aver lavorato per me ‘da giugno a luglio 2013’, niente di più falso» diceva al nostro giornale Sara Paglini lo scorso 3 aprile, mentre la sua collega Laura Bottici aggiungeva: «Tra Carlo Baratta e la sottoscritta non c’è mai stato un rapporto di lavoro». Ora l’ispettorato del lavoro ha stabilito l’esatto contrario. «Il ministero – spiega Baratta – ha potuto accertare solo un mese di contratto, ora andrò in tribunale, assistito dagli avvocati Marta Marchetti e Alessandro Rocchi, perché mi vengano riconosciuti anche gli altri cinque per cui avevo firmato. Adesso, comunque, è stato dimostrato che è stata violata la legge e credo che chi ha sbagliato all’interno del Movimento si debba assumere le proprie responsabilità. Mi riferisco a chi, come il consigliere comunale Matteo Martinelli, nei mesi scorsi ha definito tutta la questione ‘una montatura’, o chi, come lo stesso Beppe Grillo, i consiglieri comunali, tutti i senatori e buona parte dei deputati, tra cui il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il deputato toscano Alfonso Bonafede, con i quali ho avuto un contatto diretto, abbia preferito tacere sperando che passasse la bufera. Ora – prosegue –, oltre alle scuse dovute per come sono stato trattato, sia a Roma che in città, chiedo alle due senatrici di fare un passo indietro e di dimettersi perché chi ha commesso un illecito per di più nell’esercizio delle proprie funzioni, non ha più la statura etica e morale per rappresentare i cittadini. Per questo chiedo ai senatori di ogni schieramento politico di adoperarsi per riportare onestà e giustizia nelle aule del Senato, proponendo almeno una mozione di sfiducia nei confronti di Laura Bottici come questore del senato, essendo essa inadempiente nei confronti del suo stesso ufficio».
Ex assicuratore disoccupato da 4 anni, Carlo Baratta (che nel frattempo si è laureato in agraria) è stato per anni uno dei più attivi militanti del Movimento 5 stelle cittadino, tanto da essere candidato per un seggio in consiglio comunale prima e in parlamento poi. La sua rottura e successivo allontanamento dal Movimento si sono consumati subito dopo le scorse elezioni politiche, quando le due neoelette senatrici hanno scelto di affidarsi ad altri collaboratori. Da quel momento Baratta ha subito iniziato a denunciare di «essere stato trattato in maniera scorretta, tanto da Bottici, quanto da Paglini». Entrambe gli avrebbero fatto sottoscrivere un contratto di lavoro, senza poi rispettarlo. A queste accuse tanto le due parlamentari, quanto buona parte degli altri militanti si sono sempre opposti con forza. «Carlo Baratta ha dichiarato di aver lavorato per me ‘da giugno a luglio 2013’, niente di più falso» diceva al nostro giornale Sara Paglini lo scorso 3 aprile, mentre la sua collega Laura Bottici aggiungeva: «Tra Carlo Baratta e la sottoscritta non c’è mai stato un rapporto di lavoro». Ora l’ispettorato del lavoro ha stabilito l’esatto contrario. «Il ministero – spiega Baratta – ha potuto accertare solo un mese di contratto, ora andrò in tribunale, assistito dagli avvocati Marta Marchetti e Alessandro Rocchi, perché mi vengano riconosciuti anche gli altri cinque per cui avevo firmato. Adesso, comunque, è stato dimostrato che è stata violata la legge e credo che chi ha sbagliato all’interno del Movimento si debba assumere le proprie responsabilità. Mi riferisco a chi, come il consigliere comunale Matteo Martinelli, nei mesi scorsi ha definito tutta la questione ‘una montatura’, o chi, come lo stesso Beppe Grillo, i consiglieri comunali, tutti i senatori e buona parte dei deputati, tra cui il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il deputato toscano Alfonso Bonafede, con i quali ho avuto un contatto diretto, abbia preferito tacere sperando che passasse la bufera. Ora – prosegue –, oltre alle scuse dovute per come sono stato trattato, sia a Roma che in città, chiedo alle due senatrici di fare un passo indietro e di dimettersi perché chi ha commesso un illecito per di più nell’esercizio delle proprie funzioni, non ha più la statura etica e morale per rappresentare i cittadini. Per questo chiedo ai senatori di ogni schieramento politico di adoperarsi per riportare onestà e giustizia nelle aule del Senato, proponendo almeno una mozione di sfiducia nei confronti di Laura Bottici come questore del senato, essendo essa inadempiente nei confronti del suo stesso ufficio».
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