M5S: meno voti veri, pochi voti web, cittadini eletti…isterici
Pubblicato il 24 aprile 2013 14.25 | Ultimo aggiornamento: 24 aprile 2013 14.30
ROMA – Il quotidiano la Stampa ospita il ripensamento-pentimento elettorale di imprenditori-partite Iva-tartassati del Nord. Affezionati elettori di Lega e Pdl, il 24 e 25 febbraio avevano “commesso adulterio nell’urna” come dicono loro stessi scherzando votandoM5S. Ora, ad appena due mesi di distanza, promettono che non lo rifaranno più, che non bisseranno il voto al Grillo perché M5S visto dal vivo e dal vero appare loro insieme troppo di sinistra e troppo inconcludente. Loro volevano gente che trattasse duro, magari con Equitalia, e non innamorati di Rodotà. Nascono da qui, da questa disaffezione nordista e di destra, i meno voti, quelli veri su scheda elettorale, ricevuti da M5S in Friuli? Un sacco di voti in meno…
Roberto D’Alimonte, uno che di voti ed elezioni ci capisce eccome, sostiene che non è proprio così, che i voti veri in meno per M5S ci sono, ma meno di quanto sembri. D’Alimonte sul Sole 24 Ore ricorda che anche a febbraio M5S a Roma, a Milano e dove si votava per le Regioni raccoglieva più voti, tanti voti in più, per le politiche e molti meno voti per le regionali. Ed era lo stesso giorno, la stessa urna. quindi M5S non ha tutti i torti quando sul Friuli osserva: confondete una difficoltà con una sconfitta. Eppure, alla prima controprova, qualche voto vero in meno c’è stato lassù in Friuli. Il 26 maggio il voto di Roma per il sindaco ci dirà se per M5S è stato un refolo di vento contrario oppure se è già risacca elettorale del MoVimento.
Voti veri in meno, voti web pochi: sempre La Stampa si diverte a mettere in pagina una sorta di cosa ci fai con 4.677 voti, quelli raccolti da Stefano Rodotà alla “quirinario” made in Grillo-Casaleggio. Leggiamo che 4.652 sono i televoti raccolti da Nina Zilli nella prima eliminatoria per la categoria giovani del 60° Festival di Sanremo, che 4.700 sono i voti raccolti da Tiziana Maiolo candidata Pdl alle comunali di Milano del 2006, che 4.901 sono i televoti conquistati da Nicola, l’ultimo classificato nella prima manche della puntata di X-factor del 18 ottobre 2011…La Stampa si diverte ad ironizzare, i può sorridere o no. Resta il fatto, il numero, la cifra: 0,01 per cento dell’elettorato. Tanto valgono e pesano i 4.677 voti web per Rodotà. Un popolo fatto di 4.677 voti è con tutta evidenza un “corpo elettorale” anoressico. Tanto lillipuziano che qualche imbarazzo lo crea, se non a M5S in quanto tale, certamente alla sua “comunicazione di massa”. Se i dati di 28 mila votanti alle “quirinarie” su 48 mila aventi diritto al voto, astensione quasi al 50%, e 4.677 voti per Rodotà (neanche il 20 per cento dei voti espressi) e dello 0,01 per cento dell’elettorato fossero stati resi pubblici nei tre giorni dei voti per il Quirinale, nei giorni del “popolo contro il palazzo”, che effetto avrebbero fatto sulla mobilitazione e propaganda? Effetto bromuro. E infatti sono stati resi noti dopo, giorno dopo. Eppur non ci voleva certo una settimana a contare 28 mila voti via web.
Effetto bromuro che non scatta tra i cittadini eletti, i 163 parlamentari M5S. Anzi, altro che bromuro. Nervose votazioni interne su andare o no alle consultazioni al Quirinale, rimbrotti anzi urlatacce a chi parla con la stampa anche solo per dire banalità, scorta fisica in aula alla senatrice Giovanna Mangili dimissionaria dal primo giorno, a lei e a quel che dice. E la ineffabile storia di Marino Germano Mastrangeli che sempre La Stampa definisce come “l’anello di congiunzione tra Superman e Scilipoti”. Mastrangeli che dice: “Vito Crimi mi invidia”. Mastrangeli che “io evito i familismi” e ingaggia la moglie come collaboratrice al Senato. Mastrangeli che “io abbatto 50 nemici alla volta come Bruce Lee”. Alessandro Di battista che propone di andare tutti e 163 in passeggiata al Colle. Roberta Lombardi e Vito Crimi che vanno da Napolitano e gli dicono compiti e compunti: dubitiamo del suo ruolo di garanzia. Beppe Grillo in persona che dal “tranquillo week-end di vomito” passa al “si spartiscono ossa e poltrone della Seconda Repubblica”. Ancora altissimo volume, ma qualche eco e gracchio da disco rotto comincia a sentirsi. Meno voti veri, un po’. Pochi voti web, tanto pochi. Cittadini eletti isterici. M5S sull’orlo di una crisi, magari i nervi? No, non proprio. Ma qualche “buco” nella trama, nelle rete, nell’abito e pure nel monaco c’è e si vede pure.
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