POLEMICA
M5s: «Napolitano non dia lezioni: non è garante»
Crimi e Lombardi: «Dal capo dello Stato un discorso politico».
Il discorso d'insediamento di Giorgio Napolitano ha suscitato un'ondata di applausi all'interno dell'Aula di Montecitorio.
Gli unici a rimanere a braccia conserte sono stati gli esponenti del Movimento 5 stelle, che non sembrano aver per nulla gradito le parole del capo dello Stato.
«UN DISCORSO POLITICO». «Quello del presidente Napolitano è stato un discorso politico, in barba al ruolo di garanzia che un capo dello Stato dovrebbe mantene», hanno tuonato i capigruppo grillini alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi.
«DETTATA L'AGENDA DEL GOVERNO». «È stata evidentemente dettata la linea politica del prossimo governo», hanno aggiunto, «con la riforma della legge elettorale, la normativa anticorruzione e il superamento del bicameralismo perfetto: in pratica, è stata indicata l'adozione del testo preparato dai 'saggi', scelti fra le istituzioni e i partiti».
«CI DICE DI ENTRARE NELLA CASTA». Quanto al riferimento implicito al Movimento fatto da Napolitano, «sostanzialmente ci dice che una volta entrati nei banchi della Casta dobbiamo stare alle loro regole», hanno sbottato Crimi e Lombardi. «Noi, invece ribadiamo di essere stati eletti perché quelle 'regole', quelle logiche, non hanno funzionato e devono essere cambiate».
«NON ACCETTIAMO LEZIONI DA NAPOLITANO». «Non accettiamo lezioni sull'uso del parlamento», hanno concluso Crimi e Lombardi a proposito del mancato funzionamento delle Camere accennato da Napolitano nel suo discorso. «Napolitano forse dimentica quanto da lui detto precedentemente a proposito della necessità della presenza di un esecutivo per dar vita alla commissioni. Istanza che noi, invece, portiamo avanti, inascoltati, sin dai primi giorni della legislatura».
Gli unici a rimanere a braccia conserte sono stati gli esponenti del Movimento 5 stelle, che non sembrano aver per nulla gradito le parole del capo dello Stato.
«UN DISCORSO POLITICO». «Quello del presidente Napolitano è stato un discorso politico, in barba al ruolo di garanzia che un capo dello Stato dovrebbe mantene», hanno tuonato i capigruppo grillini alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi.
«DETTATA L'AGENDA DEL GOVERNO». «È stata evidentemente dettata la linea politica del prossimo governo», hanno aggiunto, «con la riforma della legge elettorale, la normativa anticorruzione e il superamento del bicameralismo perfetto: in pratica, è stata indicata l'adozione del testo preparato dai 'saggi', scelti fra le istituzioni e i partiti».
«CI DICE DI ENTRARE NELLA CASTA». Quanto al riferimento implicito al Movimento fatto da Napolitano, «sostanzialmente ci dice che una volta entrati nei banchi della Casta dobbiamo stare alle loro regole», hanno sbottato Crimi e Lombardi. «Noi, invece ribadiamo di essere stati eletti perché quelle 'regole', quelle logiche, non hanno funzionato e devono essere cambiate».
«NON ACCETTIAMO LEZIONI DA NAPOLITANO». «Non accettiamo lezioni sull'uso del parlamento», hanno concluso Crimi e Lombardi a proposito del mancato funzionamento delle Camere accennato da Napolitano nel suo discorso. «Napolitano forse dimentica quanto da lui detto precedentemente a proposito della necessità della presenza di un esecutivo per dar vita alla commissioni. Istanza che noi, invece, portiamo avanti, inascoltati, sin dai primi giorni della legislatura».
Lunedì, 22 Aprile 2013
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