mercoledì 24 aprile 2013

E mentre il nostro vero problema è l'occupazione in particolare dei giovani che porterebbe anche più entrate allo stato e quindi meno debiti Brunetta vuole l'eliminazione dell'IMU a tutti i costi. Questo sarebbe un economista.


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CRISI OCCUPAZIONALE

Disoccupazione, più di tre giovani su 10 non hanno un lavoro

A casa il 35,3% di chi ha tra i 15 e i 24 anni. Mai così male dal 1977.Al Sud tasso raddoppiato in 35 anni.

Il tasso di disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni) nel 2012 ha toccato il record assoluto. Il livello si è attestato al 35,3%, il più alto da 35 anni, ovvero dal 1977, inizio delle serie storiche ricostruite dell'Istat.
In Italia, tra quanti cercano lavoro, i giovani hanno sempre mostrato maggiori criticità. Ma il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è salito dal 21,7% del 1977 al 35,3% del 2012. Quindi oggi i giovani disoccupati sono quasi quattro su 10 mentre 35 anni fa erano circa due su 10.
L'Istat ha ricostruito le serie storiche trimestrali e di media annua dal 1977 a oggi dei principali aggregati del mercato del lavoro, superando in questo modo il break dovuto al cambio di indagine avvenuto nel quarto trimestre del 1992.
«La pubblicazione di serie storiche sempre più lunghe e coerenti con i dati diffusi correntemente amplia le possibilità di effettuare analisi di lungo periodo sul mercato del lavoro», ha spiegato l'Istituto.
MINIMO STORICO PER L'INATTIVITÀ. E se la disoccupazione giovanile ha toccato un massimo il tasso d'inattività, invece, ha segnato un minimo storico assoluto, scendendo dal 42,5% del 1977 al 36,3% del 2012, il livello più basso da 35 anni.
È invece più che raddoppiato il numero totale dei disoccupati, cresciuto da 1 milione 340 mila del 1977 a 2 milioni 744 mila del 2012. Sul dato, come su tutti gli aggregati relativi forze lavoro, influiscono effetti demografici (la crescita della popolazione nei 35 anni considerati).
In 35 anni quindi in Italia le persone in cerca di lavoro sono aumentate di 1 milione 404 mila unità. L'incremento, ha fato notare l'Istat, ha interessato sia la componente maschile (+863 mila) sia quella femminile (+541 mila).
Guardando al tasso di disoccupazione, l'Istat ha riassunto così 35 anni di saliscendi: «Tra il 1977 e il 1987 il tasso è aumentato di 3,9 punti percentuali (dal 6,4% al 10,3%), mentre nei successivi quattro anni è stato registrato un calo fino all'8,6%. Dal 1991 al 1998 il tasso è tornato a crescere raggiungendo l'11,3% per poi calare nei successivi 10 anni toccando il valore minimo del 6,1% nel 2007. Dal 2008 il tasso è salito fino a portarsi al 10,7% del 2012», il livello più alto dal 1999.
LA DISOCCUPAZIONE CRESCE PIÙ VELOCEMENTE TRA GLI UOMINI. L'incremento per la componente maschile è stato di 5,5 punti percentuali (dal 4,3% al 9,9%), mentre per la componente femminile la variazione è risultata più contenuta (dal 10,7% all'11,9%).
Sebbene presenti andamenti simili nelle tre macro aree, il tasso di disoccupazione ha segnalato ritmi di crescita differenti. In 35 anni il Mezzogiorno ha mostrato la crescita maggiore, con il tasso più che raddoppiato: dall'8% del 1977 al 17,2% del 2012.
Il numero medio annuo di occupati è passato da 19 milioni 511 mila a 22 milioni 899 mila. L'incremento occupazionale complessivo ha beneficiato in misura determinante della crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Il numero di donne occupate è infatti aumentato da 6 milioni 150 mila a 9 milioni 458 mila, ovvero di 3 milioni 308 mila unità.
Mercoledì, 24 Aprile 2013

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