Roma, rifiuti: Muraro indagata per le consulenze all'Ama. Nuova tegola su Raggi
Domani nella nuova veste l’audizione dell’assessora alla commissione Ecomafie. L’azienda municipalizzata rischia di perdere anche il dg Bina
Sui suoi 12 anni in Ama è nata una maxi-indagine. Tra i fascicoli c'è quello sul tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà di Manlio Cerroni. La procura indaga per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito dei rifiuti, truffa e frode nelle pubbliche forniture. Muraro, prima che i carabinieri a fine giugno sequestrassero le carte dell'impianto, era favorevole al suo utilizzo. Il vero nodo, però, sono le consulenze: dal 2004 al 2016, l'assessora ha lavorato come referente Ippc negli impianti Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria. L'ipotesi è che per un lungo periodo siano stato sottoutilizzati, producendo meno scarti in uscita, difformi rispetto alle prescrizioni. Al vaglio degli inquirenti anche il trattamento economico che Muraro, approdata in Ama con Fiscon, ha ricevuto negli ultimi anni di consulenze. Nell'inchiesta pure le intercettazioni tra Muraro e Buzzi, il ras delle coop di Mafia Capitale.
Notizie che la base grillina ha già metabolizzato, ma che ora potrebbero tornare d'attualità, dando un altro scossone alla Raggi. Oltre ai cinque addii maturati giovedì tra Comune e partecipate, ora Ama rischia di perdere anche il nuovo dg Stefano Bina. Non c'è stato nessun bando pubblico per la sua nomina: ed è stata la stessa motivazione per cui l'Anac ha formulato il suo parere negativo sull'ormai ex capo di gabinetto Carla Raineri. All'addio della magistrata sono seguite le dimissioni dell'assessore al Bilancio Marcello Minenna. In queste ore la sindaca sta vagliando i curriculum dei possibili sostituti. Il sistema di deleghe sarà rivisto: il titolare del Bilancio non si occuperà più di aziende partecipate dal Comune. L'idea è di assegnare questa importante materia a uno degli assessori già in carica.
Intanto la catena di dimissioni lascia una scia di veleni. Ieri Minenna ha postato su Facebook l'"addio", anticipato da Repubblica, in cui denuncia di aver respinto "interferenze e compromessi al ribasso". Da ciò prende spunto il deputato pd Michele Anzaldi che ha scritto alla presidente dell'Antimafia
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