Da Travaglio la condanna più spietata: M5S, sei come il Pd
Questa equiparazione non giova al Movimento ma forse il direttore non se ne accorge
Se Marco Travaglio ha ragione, il Movimento 5 stelle non esiste più. Se il titolo di apertura del Fatto di oggi dice il vero – non soltanto dal punto di vista fattuale, ma anche e soprattutto da quello politico –, il Movimento 5 stelle ha fallito miseramente la sua missione.
Se non c’è differenza alcuna fra il Movimento 5 stelle e il Pd (e qualsiasi altro partito), il Movimento 5 stelle è morto.
“Muraro, indagata e bugiarda: resta. Sala, indagato e bugiardo: pure”, proclama il titolone di prima pagina. E l’occhiello precisa, per chi faticasse ad afferrare il concetto: “Due storie gemelle di reati e menzogne, ma si parla solo di una”.
A parte il fatto, tutt’altro che secondario, che di reati non c’è traccia, né a Milano né a Roma, perché un conto è aprire un’indagine – come è accaduto a Roma e a Milano, peraltro su storie diversissime tra loro – e tutt’altro conto è pronunciare una condanna, ciò che colpisce di più è la strada scelta da Travaglio, forse ingenuamente, per difendere i grillini dalla tempesta che s’è abbattuta su Roma. (Che tra l’altro, sia detto sommessamente, non dipende da circostanze esterne, da indagini giudiziarie o da manovre politiche, ma esclusivamente da una legittima quanto feroce guerra interna fra le diverse componenti del M5s romano e nazionale.)
La forza del partito di Grillo non sta né nei programmi (che sono fumosi o del tutto irrealizzabili) né nel personale politico (che non ha competenze né qualità particolari): risiede invece, ed è la causa primaria del successo elettorale, nella proclamata diversità dall’intero sistema dei partiti.
Trasparenza, onestà, partecipazione diretta, streaming, decisioni prese dalla Rete, meet-up, “uno vale uno”: è questo l’armamentario grillino, il profilo identitario del movimento, la caratteristica che dovrebbe distinguerlo da ogni altro partito.
Se invece si stabilisce – come sventuratamente fa oggi Travaglio – una sostanziale identità, e dunque intercambiabilità, fra M5s e partiti tradizionali, l’intera ragione sociale della struttura costruita in laboratorio da Gianroberto Casaleggio entra irrimediabilmente in crisi.
Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulla parabola discendente del partito grillino, che rischia di affogare in un bicchier d’acqua e che si mostra tragicamente impreparato alla realtà: ma pronunciare una condanna così spietata e irrevocabile – “Siete come il Pd” –, beh, questo francamente da Travaglio non ce l’aspettavamo.
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