mercoledì 7 settembre 2016

Caso Raggi: "Di Maio ha sbagliato a leggere la mail su Muraro indagata". La surreale velina M5S a sostegno di Luigi

Pubblicato: Aggiornato: 

Stampa


"Ha sbagliato a leggere la mail". La lunga giornata di Luigi Di Maio, finito nel mirino dei colleghi del Direttorio, per non aver comunicato loro dell'iscrizione dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro nel registro degli indagati, finisce così: con una surreale giustificazione secondo la quale la tanta agitazione del Movimento 5 Stelle e della base sarebbe semplicemente il frutto di un equivoco. Insomma, un misunderstanding. In pratica, Di Maio, responsabile degli Enti locali e leader in pectore, non avrebbe capito il contenuto della mail, inviatagli dal mini-direttorio, da Paola Taverna in primis, che lo informava del fatto che l'assessore Muraro fosse indagata. 
A tarda sera viene spiegato all'Adnkronos che il vicepresidente della Camera aveva inteso, dalla mail, che il fascicolo sulla Muraro si riferiva all'esposto del numero uno di Ama, Daniele Fortini, che il due agosto si era recato alla Procura di Roma, notizia rimbalzata sui giornali. Tre giorni dopo, il 5 agosto, Di Maio riceve la mail e pensa che il fascicolo Muraro sia riconducile all'affaire Fortini, ormai di dominio pubblico.
Tutto questo insieme di garbugli viene fatto filtrare dalla comunicazione M5S alla fine di un'estenuante giornata per il mondo pentastellato e dopo undici ore di riunione. Praticamente un conclave a porte chiuse. Nel frattempo Di Maio disdice la sua partecipazione a Politics e si apre un giallo sulla sua presenza o meno all'incontro tra Direttorio (Carla Ruocco, Roberto Fico, Carlo Sibilia) e il mini direttorio (Paola Taverna e Stefano Vignaroli). Il tutto va avanti con un'aura di mistero, fino a quando si apprende che il vice presidente della Camera era presente. In contatto c'era anche Beppe Grillo.
Le parole di Fico dopo la riunione con Virginia Raggi
Qualcuno racconta che agli altri componenti del Direttorio proprio non sia andato giù di essere stati tenuti all'oscuro di tutto e inoltre non hanno gradito il fatto che Di Maio non li abbia informati del caso Muraro. Non a caso, appena appresa la notizia durante l'audizione in commissione Ecomafie, Ruocco e Sibilia hanno subito twittato di non saperne nulla. Versione da loro confermata anche alla fine della riunione. A domanda precisa "Di Maio sapeva?", i due rispondono: "Io non sapevo". Ma nessuno di loro e neanche Fico dicono con chiarezza se Di Maio fosse a conoscenza o meno. Sibilia si lancia in un "forse Di Maio non ha considerato importante un'iscrizione nel registro degli indagati perché non è un avviso di garanzia ed è stata Muraro a chiedere informazioni alla Procura sul suo conto". Poco dopo viene battuta l'agenzia sul vice presidente di Montecitorio che invece non aveva capito il contenuto della mail. A pensar male si fa peccato, ma tutto lascia pensare a un modo studiato e articolato dalla comunicazione 5Stelle per salvare il salvabile e quindi la posizione barcollante di Di Maio, finito sotto attacco dei più puri sul tema della trasparenza. Si racconta che Ruocco e Fico fossero i più infuriati durante il tesissimo vertice. È stato il giorno più difficile nella storia dei 5Stelle è quello in cui tutti si sono convinti del fatto che "Di Maio non poteva non sapere", anzi in questo caso "sapeva e non poteva non aver capito".
Toninelli: "Due piccoli errori in buonafede"

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...