mercoledì 7 settembre 2016

A rischio il lavoro di cento dipendenti (e solo Dio se sa la verità perché ormai dei sindacati non ci si può fidare). Ovviamente delle ore di lavoro delle altre migliaia di lavoro cosa importa. E delle ore di lezione dei nostri ragazzi e ragazze chi se ne frega. Tanto a Pavia solo nelle superiori vi sono più di sei mila studenti e studentesse. Viva l'Italia delle caste.

Per lunedì Cgil, Cisl e Uil preparano 4 ore di stop: «Difendiamo il posto di 100 autisti a rischio col nuovo appalto provinciale»
Primo giorno di scuola, sciopero dei bus
Il consorzio Tplo contro la Provincia di Pavia dopo l’esclusione dall’appalto per la gestione provinciale del trasporto pubblico. Un ricorso davanti al Tar della Lombardia con un contratto da 125 milioni di euro per 7 anni sullo sfondo. Il consorzio Tplo (Trasporti Pavesi Lomellina Oltrepo) include le società Line, Pmt, Stav, Sapo e Stac. Insieme ad altre società di trasporti aveva preso parte alla gara indetta dalla Provincia per l’assegnazione del contratto di trasporto pubblico locale su tutto il territorio provinciale, senza più distinzioni tra corse urbane ed extraurbane. Al momento dell’apertura delle buste l’offerta del consorzio di aziende pavesi si era rivelata la più vantaggiosa per piazza Italia. Ma analizzando la documentazione allegata all’offerta, i funzionari di piazza Italia avevano trovato delle irregolarità tali da portare all’esclusione di Tplo e all’assegnazione del servizio alla seconda classificata, Autoguidovie di Milano. Motivo dell'esclusione: nell'offerta non era stato specificato quali parti del servizio sarebbero state eseguite dai singoli consorziati. Tale mancata dichiarazione per la commissione giudicatrice non sarebbe stata sanabile con un'integrazione pena la violazione della par condicio. Non solo, per essere ancora più efficace la commissione aveva sottolineato che anche dalla documentazione allegata all'offerta non era possibile ritenere la ripartizione indicata da Tplo chiarificatrice.di Pier Angelo Vincenzi wPAVIA Primo giorno di scuola con sciopero dei mezzi pubblici della Line (dalle 12 alle 16), e rischio caos all’uscita degli istituti scolastici: gli studenti potrebbero non trovare il mezzo per tornare a casa. Un’astensione dal lavoro regionale proclamata da Cgil, Cisl e Uil. Lo sciopero riguarda tutte le aziende della provincia: quindi i mezzi di Migliavacca resteranno fermi dalle 12 alle 16; Stav Vigevano dalle 9 alle 13; Pmt dalle 10.25 alle 14.25; Sapo dalle 10.25 alle 14.25; Arfea dalle 8.30 alle 12.30. Lo sciopero acquista un significato particolare alla luce dei timori per i livelli occupazionali del comparto, dove un centinaio di lavoratori, con l’affidamento della Provincia a un unico operatore, Autoguidovie di Milano, rischia il posto. «Il giorno della protesta non è stato scelto a caso – spiega Attiio Chiesa della Uil Trasporti – vogliamo sensibilizzare i cittadini sui rischi connessi a un depauperamento costante del comparto. I problemi nascono a monte, con il governo che sottrae risorse agli enti locali. Di qui la conseguente riduzione degli investimenti da parte di Regioni e Province. La situazione è grave in tutta la Lombardia e in particolar modo a Pavia. Qui la gara è stata assegnata, anche se tutto è stato bloccato in attesa di una sentenza del Tar. La situazione si dovrebbe sbloccare a febbraio dell’anno prossimo, ma incombe su tutta la vicenda il licenziamento di un centinaio di lavoratori, non previsti dal piano del nuovo operatore unico di tutto il servizio dei trasporti su gomma. E questo è l’effetto dell’assenza di clausole sociali ed economiche dal piano della Provincia, che in tutta questa vicenda si è mossa malissimo». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Luigi Testa della Cgil: «Lo sciopero di lunedì è stato indetto per protestare contro una politica dei trasporti che mette a rischio le tratte meno remunerative. Questi continui tagli sono inaccettabili». Marco Magnani della Cisl: «Di questo passo la situazione dei trasporti pavesi sarà tragica. Lo sciopero si è reso necessario in anche considerazione della mancata convocazione, da parte della Regione Lombardia, di un tavolo specifico».

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