Tre spot per il governo, Travaglio sotto shock è più renziano dell’Unità
Mps, Apple, Piacentini: ma dove sono le notizie?
Il tentativo del Fatto di spostare l’attenzione dei lettori dal terremoto che sta squassando l’intero Movimento 5 stelle, riportandola là dove Travaglio desidera – cioè sulle malefatte di Matteo Renzi –, è senz’altro lodevole e non dispiacerà alla Casaleggio Associati srl: ma perché abbia un qualche successo occorre che ci sia un po’ di materia prima, uno scampolo di notizia, un’ombra di realtà.
Oggi la prima pagina è aperta da una triplice notizia riassunta in un titolo che Beppe Grillo, a parti rovesciate, avrebbe già querelato: “Palazzo Chigi Merchant Bank: trame con Mps, Amazon e Apple”.
Il governo sarebbe dunque diventato una banca d’affari, impegnata a tessere inquietantissime e non meglio specificate “trame” da Siena alla California in cambio, s’immagina, di lauti guadagni.
Vediamo meglio di che si tratta. “Cacciato da Monte dei Paschi l’ad Viola: attriti con gli americani di Jp Morgan che vogliono prendersi Siena con la benedizione del premier”.
Leggendo l’articolo di Giorgio Meletti scopriamo che “la vigilanza Bce impone a Mps di aumentare il capitale per consolidarsi; una banca (presunta) malata che chiede 5 miliardi agli azionisti appare ai mitici mercati più malata di quanto è; i consulenti allargano le braccia e dicono che non c’è nessuno disposto a comprare nuove azioni della banca, a meno che non sia qualcuno che mettendo una grossa cifra diventi padrone di fatto del Monte dei Paschi. Per esempio Jp Morgan”.
E dov’è il problema? Se l’obiettivo è salvare Mps e qualcuno se la vuole comprare (con i soldi suoi, non con quelli dei contribuenti), non dovremmo essere tutti contenti?
Veniamo alla seconda notizia. “Beffa attorno al nuovo centro della Mela a Napoli. L’esecutivo sbandierava 600 nuovi posti, ma per ora solo lauti contratti a docenti universitari e un corso gratuito”. Qui il trucco sta nel “per ora”: il Centro Apple di Napoli, il primo centro di sviluppatori iOs in Europa, ha cominciato le selezioni per il master di formazione, che comincerà regolarmente proprio come è stato annunciato qualche settimana fa. Dov’è la “trama”, dov’è l’imbroglio? Non c’è.
Infine, la terza notizia. “Il pasticcio per la nomina di Piacentini a commissario per l’Agenda Digitale. E’ il secondo azionista mondiale del colosso delle vendite online, però Matteo lo vuole”.
Lo vuole perché è bravo: fino a ieri vicepresidente di Amazon, Piacentini di sicuro qualcosa di internet capisce, e per di più lavorerà gratis. Che c’entra la “merchant bank”, dov’è il “conflitto d’interessi”? Nulla di nulla.
Tre capi d’accusa che in realtà sono tre spot a favore del governo: comprendiamo lo stato di shock in cui si trova Travaglio, ma di questo passo il Fatto diventerà più renziano dell’Unità.
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