Il sindaco prova a ricucire con la fronda interna sulla scelta del nuovo assessore al Bilancio
Raggi riparte: «Ora collegialità»
di Maria Berlinguer wROMA Scelte collegiali con i consiglieri pentastellati, un assessorato ad hoc per le partecipate e «depotenziamento» del vice capo di gabinetto, Raffaele Marra che sarà spostato a un nuovo incarico. E’ il nuovo corso di Virginia Raggi per tentare di uscire dalla crisi che ha portato in poche il Campidoglio a perdere cinque pedine fondamentali tra assessori e dirigenti. Il sindaco prova a ricucire con la base e con la sua stessa maggioranza che da giorni lamenta la scarsa trasparenza delle scelte del sindaco che non sarebbe stata fedele ai principi e ai valori del Movimento. A partire dalla questione dei maxi stipendi assegnati al suo staff e ad alcuni assessori e che a breve saranno tutti ridimensionati se è vero che saranno riportati sotto la soglia dei 76mila euro. Ma già lunedì sul Campidiglio potrebbe abbattersi un’altra tegola. Alle 17 Raggi e l’assessore all’Ambiente Muraro dovranno presentarsi davanti alla Commissione Ecomafie per l’audizione sui rifiuti di Roma. E non è escluso che la Muraro che in passato è stata consulente dell’Ama, l’azienda dei rifiuti capitolina, possa uscire indagata dall’audizione. Aprendo un nuovo fronte per la Giunta. E’ la stessa Raggi a comunicare nella chat inviata agli eletti il nuovo corso. «Vi comunico che riprendendo l’idea iniziale l’assessorato alle partecipate sarà scorporato dal bilancio. I colloqui saranno fatti anche dai componenti M5S della commissione Bilancio (anche da altri se vogliono, ma non andiamo in 1000), chiedete ai consiglieri che hanno colloquiato Fantasia.... lavorare insieme è vincente», scrive la Raggi. Quanto ai tempi per scegliere i nomi dei nuovi assessori, del capo di gabinetto e dei vertici già al centro Atac e Ama dallo staff della sindaca avvertono: «non abbiamo fretta, puntiamo sulla qualità». Tra gli uomini più vicini alla Raggi inoltre viene smentita anche l’ipotesi di un siluramento di Marra, nominato dalla sindaca vice capo di gabinetto contro il parere dello stesso Beppe Grillo e dei consiglieri M5S romani. Già nel mirino per un passato di collaborazione con Gianni Alemanno e Renata Polverini, Marra sarebbe ora anche considerato il responsabile dello tsunami che ha colpito la Giunta. Sarebbe stato lui a suggerire di chiedere all’Anac un parere sul contratto di assessore di Raineri, innestando il puzzle delle dimissioni. Di lui si è parlato come nuovo delegato alla Sicurezza, Si vedrà. Intanto cominciano a circolare nomi. Al Bilancio, a sostituire Marcello Menemma, che se ne è andato accusando la Raggi di scarsa trasparenza, potrebbe arrivare l’economista Nico Galloni mentre per il ruolo di capo di gabinetto sarebbe in corsa un generale. Intanto Alessandro Di Battista ha rotto il silenzio. E la linea è la stessa di Luigi Di Maio. Ovvero scaricare il caos sui poteri forti tanto che dal Pd ci si chiede quanto i cinquestelle se la prenderanno con gli alieni. «Coraggio Virginia, abbiamo contro tutti quanti chi ci vuole fuori si è mangiato Roma e vorrebbe continuare il banchetto sulle olimpiadi. Siamo con te e i romani violentati da 30 anni di oscena partitocrazia stanno con noi», scrive su Facebook. Del resto anche se non ci sono stati finora contatti diretti tra la Raggi e Beppe Grillo la fortissima tensione di queste ore tra il vertice pentastellato e la capitale sembra ora sotto controllo. «Lasciamo il sindaco decidere tutte le sue mosse senza pressioni interne, se ne assumerà tutta la responsabilità», la linea decisa sul caso. Sul successo della Raggi i pentastellati sanno di giocarsi una partita troppo importante per il futuro, quella della corsa per palazzo Chigi. Per questo il fondatore che pure non ha voluto mettere di nuovo la faccia su Roma, ha consgliato a tutti, a partire dal mini direttorio romano formato tra gli altri da Paola Taverna e Carla Ruocco, di mettere da parte rabbie e rancori.
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