martedì 6 settembre 2016

L'Armageddon 5 Stelle in una mail che inguaierebbe Luigi Di Maio: sapeva delle indagini sulla Muraro

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L'Armageddon dei 5 Stelle, almeno a Roma, è rappresentato da una mail che sarebbe stata ricevuta da Luigi Di Maio in cui il mini direttorio - Paola Taverna, Gianluca Perilli, Massimo Castaldo e Stefano Vignaroli - lo informava che l'assessore all'Ambiente Paola Muraro era iscritta nel registro degli indagati e che l'intenzione del Campidoglio guidato da Virginia Raggi era quello di attendere le carte e "poi prenderemo provvedimenti". Mail che rappresenterebbe la prova che anche Luigi Di Maio era a conoscenza, da tempo, dei guai giudiziari dell'assessore capitolino, comunicati alla diretta interessata il 18 luglio e appresi dalla sindaca il giorno successivo. E quindi il gruppo dirigente dei 5 Stelle avrebbe omesso e depistato sul coinvolgimento di Muraro, per dodici anni consulente dell'Ama, nell'inchiesta sui rifiuti. Fonti del Campidoglio fanno trapelare che Virginia Raggi non ha mandato alcuna mail a Luigi Di Maio per informarlo della vicenda dell'assessore all'Ambiente. E chi attendeva la prima puntata di Politics su Raitre per conoscere la posizione di Luigi Di Maio resterà deluso, perché non si presenterà.
L'annuncio di Gianluca Semprini: "Di Maio non risponde"
I vertici di M5S sono riuniti a oltranza dalle prime ore della mattina per trovare una soluzione, che salvi la faccia almeno a qualcuno: a Di Maio prima ancora che alla Raggi. Ma la rabbia di alcuni componenti dello stesso Direttorio è talmente diffusa e divorante che è in atto un tutti contro tutti. Negli uffici comunicazione M5S della Camera, si sono incontrati Ruocco, Roberto Fico del direttorio 5 Stelle e il mini direttorio, capitanato da Paola Taverna. Il problema è far ammettere o meno a Di Maio di essere stato informato. Virginia Raggi davanti alla commissione Ecomafie si è incartata pubblicamente: prima ha detto di aver informato i vertici a proposito dell'indagine sulla Muraro, poche ore dopo, probabilmente dopo aver ricevuto un messaggio nel quale le veniva detto di ritrattare, ha rettificato spiegando di aver informato solo il minidirettorio e non Di Maio e Beppe Grillo. Ci sarebbe però, nel Movimento 5 Stelle chi è pronto a inchiodare il leader in pectore davanti alle sue responsabilità. Si ripete, in proporzioni macroscopiche, il caso Quarto: chi sapeva e chi no.
Si cerca la via d'uscita e non manca chi, come Danilo Toninelli, si dice sicuro che "risolveremo tutto". La tensione però si taglia con il coltello, perché il mini direttorio, in particolare la senatrice Paola Taverna, è sul piede di guerra. Il chiarimento è in corso e particolarmente delicato. Ciò che è certo è che la base è letteralmente in rivolta. Se arriveranno le scuse, tanto invocate, si vedrà solo nelle prossime ore. Intanto a Palazzo Senatorio c'è la resa dei conti tra Raggi, assessori e consiglieri, molti dei quali tenuti all'oscuro di tutto.

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