cozzolino-manueddaUna nuova puntata di mala amministrazione targata Cozzolino, che sfocia questa volta in un caso di cronaca e rischia di dare il colpo di grazia a una giunta in ginocchio da tempo. Si tratterebbe di un fatto gravissimo: una email trasmessa dal Comune di Civitavecchia alla Regione Lazio, utilizzando l’account istituzionale di un dirigente che non lavora più al Pincio da almeno tre anni.

Sarebbe stato proprio il diretto interessato a scoprire casualmente la cosa, denunciando immediatamente il tutto alla Procura della Repubblica, che ha già incaricato il Corpo Forestale dello Stato di acquisire tutti gli atti. I fatti sarebbero legati alla stazione di trasferenza dei rifiuti di Fosso del Prete, imposta dalla Regione Lazio nei mesi scorsi quando ha concesso una proroga al Comune proprio sulla questione rifiuti. Entro settembre tutto doveva essere definito, sarà per questo che la giunta Cozzolino ha accelerato le procedure per chiudere la partita in tempi brevissimi.

Un uomo solo al comando: Alessandro Manuedda.  L’intera vicenda infatti ruota attorno all’assessore all’Ambiente che, a conoscenza di questo grave episodio, cerca di spostare l’attenzione sulla rinuncia al progetto Tmb da parte della Mad, nel tentativo di incassare meriti non suoi in una decisione che tuttavia potrebbe esporre il Comune ad ulteriori guai. Ma ripercorriamo le varie fasi. Per evitare di togliere a Civitavecchia l’esercizio rifiuti e disporre il conferimento direttamente a Viterbo con un notevole aggravio dei cosi, la Regione Lazio ha concesso una proroga a Manuedda: entro il 30 settembre la realizzazione della stazione di trasferenza dei rifiuti in località Fosso del Prete. Si tratta di un vascone di cemento sulla collina per l’accatastamento dell’immondizia in attesa dello smistamento, opera da 250mila euro circa.

Si parte in quinta, l’assessore Manuedda e il dirigente devono acquisire i pareri necessari da trasmettere poiché in quell’area insistono troppo vincoli ambientali e idrogeologici. A maggio scorso l’apertura della conferenza dei servizi arrivare a meta, con chiusura del lavori dopo un mese e successivo passaggio in giunta. Manuedda porta il progetto definitivo all’attenzione dell’esecutivo locale, che con delibera 81 approva. In Regione viene intanto presentata la pratica che prevede la realizzazione dell’opera in cemento armato, la Pisana respinge tutto al mittente. Un colpo durissimo per Alessandro Manuedda, costretto a correre ai ripari. Si arriva ad agosto e dopo una smussata, il progetto viene ripresentato alla Regione Lazio con procedura digitale. Qui nasce il problema: il Comune avrebbe trasmesso i documenti utilizzando l’account di un ex dirigente comunale non più in servizio da almeno tre anni. La pec torna indietro con tutte le specifiche della procedura in corso e proprio in quell’occasione il tecnico si sarebba accorto del problema, denunciando il tutto alla Procura della Repubblica. L’accusa è grave: uso illegittimo di un account istituzionale, con il Corpo Forestale dello Stato che avrebbe già acquisito gli atti necessari all’inchiesta avviata dalla magistratura.

Un fatto gravissimo, arrivato sul tavolo del magistrato solo pochi giorni fa, ma destinato a far tremare le mura di palazzo del Pincio.
Ma perché nessun dirigente comunale, pagato con i soldi dei cittadini, ha utilizzato il proprio account pre trasmettere l’atto, usando senza alcun titolo né permesso quello di un ex dirigente, tra l’altro stranamente mai disattivato?

Il sindaco Antonio Cozzolino, l’assessore Alessandro Manuedda e il suo dirigente potrebbero trovarsi presto a doverlo spiegare in Procura, mentre al momento – paradosso nel paradosso – l’intero progetto della stazione di trasferenza risulterebbe fare capo a un ex dirigente comunale che della questione non sa assolutamente nulla. E la denuncia presentata potrebbe anche compromettere l’intera procedura amministrativa, con l’annullamento dell’intero progetto della stazione di trasferenza dei rifiuti che si tradurrebbe in nuovi soldi da sborsare per i cittadini.

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Fonte: Civonline.it