giovedì 7 agosto 2014

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Sciopero: quali sono le mobilitazioni pagate

Dall'assemblea sindacale all'astensione degli straordinari: le proteste che tutelano lo stipendio.

DIRITTI
Scioperare presentandosi al lavoro. E senza perdere la retribuzione.
L'ultima mobilitazione andata in scena all'aeroporto di Fiumicino da parte dei dipendenti di Alitalia, che per protestare contro i tagli al personale previsti dall'intesa con Etihad hanno lasciato che i bagagli dei passeggeri si accumulassero sui carrelli, ha riportato l'attenzione sulle strategie di lotta dei lavoratori alternative al classico sciopero.
TUTELE DALL'ARTICOLO 40. Fatto salvo il diritto all'astensione del lavoro, disciplinato dall'articolo 40 della Costituzione secondo cui si deve esercitare «nell'ambito delle leggi che lo regolano», esistono, infatti, altre mobilitazioni di protesta. Che permettono di sollevare l'attenzione sui lavoratori senza, però, far subire tagli allo stipendio dei dipendenti.
Ecco come mobilitarsi se non si vuole rinunciare ai soldi.
  • Addetti ai bagagli al lavoro (©Ansa).

1. Sciopero bianco: applicare alla lettera le regole del contratto

La forma di protesta più conosciuta senza astensione vera e propria dal lavoro è lo sciopero bianco.
In pratica i dipendenti applicano rigidamente le regole e l'orario scritti nel proprio contratto. Quindi non si può parlare di sciopero tradizionale, visto che gli obblighi nei confronti del datore di lavoro sono rispettati.
I dipendenti, applicando alla lettera il contratto, mirano a creare un'attività di disturbo con l'obiettivo di rallentare il lavoro piuttosto che fermarlo. E rispettando al minuto l'orario di lavoro può allora accadere che siano interrotte tutte attività che necessitino di più tempo rispetto a quello stabilito dal contratto.
Per la giurisprudenza è una forma di protesta legittima, purché non diventi occupazione dell'azienda.

2. Sciopero dello straordinario: stop al lavoro fuori orario

Altra forma di protesta alternativa alla mobilitazione generale senza l'astensione dal lavoro è lo sciopero dello straordinario.
Consiste nel rifiuto di prestare opere, se richieste dal datore di lavoro, oltre il normale orario. Quindi l'astensione dal lavoro è limitata solo alle ore eccedenti a quelle tradizionali.

3. Sciopero breve: mobilitazione inferiore all'intera giornata

Con la definizione di sciopero breve s'intende una forma di mobilitazione che duri meno della normale giornata di lavoro. Secondo quanto deciso dalla Cassazione, nelle aziende private è considerato lecito, mentre nella Pubblica amministrazione è consentito solo se la prestazione resa è di utilità apprezzabile.
Il dipendente che aderisce a questa forma di sciopero non perde la retribuzione, anche se sul tema ci sono versioni contrastanti. Per esempio la Corte dei conti s'è pronunciata spiegando che dovrebbe essere decurtata l'intera giornata di paga al lavoratore.

4. Assemblea sindacale: riunioni durante la giornata lavorativa

Se i lavoratori non vogliono mobilitarsi con uno sciopero possono sempre decidere di riunirsi nell'assemblea sindacale. Il diritto è disciplinato dallo Statuto dei lavoratori attraverso gli articoli 20 e 35 e spetta a tutti i dipendenti delle imprese, indipendentemente dalla loro iscrizione a una sigla sindacale.
L'assemblea si svolge durante l'orario di lavoro (in realtà è previsto che possa tenersi anche oltre l'orario di lavoro) e l'unica condizione per partecipare è darne preavviso al datore di lavoro che non ha diritto a presenziare alla riunione.
Le limitazioni all'assemblea, come ha spiegato la Cassazione in una sentenza del 1997, possono riguardare solo le esigenze di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti come la sicurezza del personale e la salvaguardia dell’integrità delle strutture tecniche e del patrimonio aziendale.
Nei servizi pubblici aziendali l'assemblea sindacale non deve escludere un livello minimo di garanzia del servizio.

5. Sciopero via mail: cartoline online a governo e ministeri

Forma di protesta nata con la tecnologia è lo sciopero via mail. A realizzarlo per la prima volta è stata l'Unione italiana del lavoro-Federazione poteri locali (Uil-Fpl) che nel 2010 per opporsi alla manovra finanziaria si organizzò per far sentire la voce dei lavoratori della sanità, delle autonomie locali e del terzo settore. Invece di convocare tutti in piazza, scelse di mettere in atto la mobilitazione via mail.
In pratica, come ha spiegato il segretario generale Giovanni Torluccio della Uil-Fpl, vennero spedite 3,8 milioni di cartoline online certificate alle mail di ministeri, capigruppo al Senato e alla Camera e alla presidenza del Consiglio. In questo modo i dipendenti si sono fatti sentire, ma senza avere sgravi sulla busta paga.
Mercoledì, 06 Agosto 2014© RIPRODUZIONE RISERVATA

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