Affitti, computer e contratti telefonici Quei conti da Dilettanti che non tornano
Un ex dirigente Figc: “Segnalai le anomalie a Tavecchio ma non intervenne”
ANSA
Carlo Tavecchio, 71 anni, presidente della Lega Nazionale Dilettanti
07/08/2014
MASSIMILIANO NEROZZI
INVIATO A BOLOGNA
Decine di fatture intestate alla Lega Nazionale Dilettanti (Lnd) palesemente irregolari e oltre 224.000 euro dovuti a titolo di affitto dall’allora comitato emiliano-romagnolo della Federcalcio a una società immobiliare della Lnd, la CRER srl, nonostante la mancanza di alcun contratto di locazione nei bilanci. Tra queste brutte scartoffie si ritrovò, dal 2004 al 2009, Umberto Molinari, 66 anni, ex giocatore, allenatore, dirigente, che era stato chiamato per rimettere un po’ d’ordine. Carlo Tavecchio regnava sui dilettanti già da anni, ma forse il monarca ignorava cosa combinasse ogni singola contea: «Anche se io, da presidente del Comitato regionale - racconta oggi Molinari, che dopo il pallone era diventato direttore di banca - mandai diverse lettere, che conservo, ai presidenti di Figc e Lnd. Ma ora, più che accuse, mi sono rimaste domande». Non è mica questione di banane, ma di gestione.
Appena insediato a Bologna, Molinari si trova sul tavolo conti che non tornano, compresi i rapporti contabili tra la Lnd e il Settore giovanile e scolastico della Federcalcio, all’epoca ancora separati: «E lo stesso rilevarono i funzionari delle Deloitte (agenzia di revisione bilanci, ndr) e gli ispettori della Figc, che compilarono diverse relazioni». In particolare, c’erano decine di fatture, dalle aziende di pulizia ai contratti telefonici fino alle forniture informatiche, che erano intestate alla Lnd, solo che poi metà dell’importo veniva chiesto al Settore giovanile della Figc: il tutto con annotazioni a mano sulla documentazione. C’era anche il canone di locazione che la Lnd, attraverso la società immobiliari creata ad hoc, reclamava al Comitato regionale della Figc, fino a un totale di 224.571,69 euro: «Solo che gli ispettori non trovarono alcun contratto che giustificava l’affitto». A Roma, furono informati di tutto: «Il presidente della Lnd - scrissero gli ispettori - ha dichiarato che sarà cura del consulente della Lnd dott. Turrin, di produrre la necessaria documentazione». La vicenda s’era prolungata nei mesi, ma solo qualche tempo dopo, «arrivò una bozza di contratto, senza importi né date», ricorda Molinari.
Di certo Tavecchio sa governare, sempre che il fine non giustifichi i mezzi, sibilano gli oppositori, ormai pochissimi dopo 15 anni di regno. Tra i costosi gadget spediti a Natale e un cerchio di fedelissimi. Come Alberto Mambelli, 61 anni, romagnolo, vice presidente vicario della Lnd, quello che organizza magnifiche feste per il jet set del calcio nella dimora di Castiglione di Ravenna, con tanto di fuochi d’artificio. Uomo dalle mille risorse e cento mestieri, tra cui la «Tourist Sports Service», società in nome collettivo specializzata nell’organizzazione di manifestazioni e convegni sportivi, meeting e viaggi. Azienda di cui, in diverse occasioni, s’è servita la Lnd: quando si dice il caso. L’altro socio è Giuliano Lucchi, detto Leo, 59 anni, di Cervia (Ravenna), dove ha anche un hotel, che ha spesso ospitato iniziative della Lnd. Non è che bisogna armarsi di codice penale, basterebbe un po’ di senso etico. E non è una buccia di banana.
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