La strana guerra degli attivisti grillini ai senatori Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino
di Stefania Carboni - 28/01/2014 - Ecco cosa accade a Palermo
La base del MoVimento 5 Stelle contro gli eletti a Roma, o meglio una parte della base contro due eletti in Senato Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino. A dare la doccia fredda è il mu Il Grillo di Palermo (uno dei tanti nella città sicula) con un comunicato stampa: «Infatti, sin dalle prime battute della corrente legislatura, i succitati Senatori si sono posti al di fuori delle logiche e dei principi del M5S. Tra le rivendicazioni più insistenti dei due senatori, vi è senz’altro la necessità da parte del M5S di doversi aprire all’accordo con altre forze politiche». Non solo in rete si precisa: «Lo stesso valga per chiunque deciderà di appoggiare materialmente o intellettualmente i due senatori». Ma uno non valeva uno?
SIETE TROPPO POLITICI - La requisitoria di una parte degli attivisti è pubblicata nero su bianco on line nella pagina Facebook del Mu:
Il gruppo Palermo 28/01/2014. Le consultazioni nazionali del 24-25 Febbraio hanno portato l’Italia ad un risultato storico. Il Movimento 5 Stelle è riuscito lì dove altre realtà in Europa avevano fallito: portare i cittadini all’interno delle istituzioni. 108 portavoce deputati e 54 portavoce senatori sono diventati per milioni di italiani una rivalsa e una speranza, così come motivo di orgoglio. Tuttavia con estremo rammarico da subito abbiamo constatato la presenza di due diverse anime o correnti, per utilizzare un linguaggio più politico. Da un lato quei parlamentari coerenti con i principi fondanti del M5S e con le conseguenti promesse fatte a milioni di elettori, dall’altro un più ristretto gruppo di persone che con quei principi non si sentono in linea e che non perdono occasione per palesare tale dissenso. Di questo secondo gruppo, fanno parte Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino.
e ancora…
Infatti, sin dalle prime battute della corrente legislatura, i succitati Senatori si sono posti al di fuori delle logiche e dei principi del M5S. Tra le rivendicazioni più insistenti dei due senatori, vi è senz’altro la necessità da parte del M5S di doversi aprire all’accordo con altre forze politiche. Grazie a tale comportamento aperturista i due senatori hanno attirato attorno a sè un certo numero di pseudo-attivisti dell’ultima ora, pronti a cavalcare qualunque tipo di dissenso, nel tentativo di trasformare il M5S allontanandolo dalle sue origini. Per molto tempo il “Grillo Di Palermo” ha subito il comportamento dei due senatori, sperando in una temporanea perdita dell’obiettivo, i numerosi richiami alle ragioni del M5S sono però rimasti inascoltati. Alla luce di queste evidenze il MeetUp “Il Grillo di Palermo” ha deciso di rendere noto che non si riconosce in alcuna misura in Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, con i quali non intende più collaborare per qualunque attività parlamentare o extra-parlamentare. Lo stesso valga per chiunque deciderà di appoggiare materialmente o intellettualmente i due senatori.
Il Grillo di Palermo prende inoltre le distanze da qualunque dichiarazione i Senatori in questione possano rilasciare a titolo politico o privato.
Non tutti gli attivisti però sono d’accordo. Anche se c’è già chi parla di “macchina del fango” contro il mu palermitano un attivista siculo espone le sue perplessità sul comunicato in bacheca:
LA REAZIONE DEI DUE SENATORI – Ad allargare la notizia dal regionale al nazionale è Campanella stesso che su Fb precisa come ci sai una vicinanza di alcuni “colleghi” alla Camera:
Ho avuto modo di vedere un comunicato de Il Grillo di Palermo in cui il gruppo, dopo avermi accusato di intelligenza col PD, prende le distanze da me e, in sostanza, mi sfiducia. Consapevole della fiducia della gran parte degli attivisti palermitani ho chiamato per sapere cosa fosse successo ed ho appurato che un gruppo di una quindicina di attivisti, tra i quali sono i gestori degli strumenti di comunicazione del gruppo, vicini ad alcuni colleghi della camera, hanno diffuso la propria posizione con un colpo di mano, pur consapevoli della propria condizione di minoranza. Ovviamente è una situazione sgradevole, che troverà pronta ed adeguata conclusione nella ricostituzione dell’ordine all’interno nei gruppi palermitani, a cui continua – ovviamente – a legarmi un rapporto di continua e proficua collaborazione.
Fabrizio Bocchino occupa un largo post in merito, tutto rivolto agli attivisti:
Ho appreso poco fa del comunicato in cui una decina attivisti o sedicenti tali del MUP di Palermo hanno deciso di sfiduciare me e tutti gli attivisti che intratterranno rapporti di collaborazione con me, a nome di una non meglio identificata “base” che, in realtà, non è mai stata nè ascoltata nè consultata. Dopo tanti mesi come portavoce al Senato, mi sono abituato ad attacchi viscidi, subdoli, vigliacchi, decisi nelle segrete stanze, da pochi fedelissimi che credono di detenere un “potere”, e che si arrogano il diritto di parlare a nome di tutti. E qui mi riferisco al modo in cui gli altri partiti trattano spesso noi ed il paese tutto. Lo abbiamo detto e gridato varie volte, ed è proprio questo che rende difficile le nostre battaglie, ma noi ci siamo, e combattiamo.
e ancora…
La cosa invece a cui non mi sono ancora abituato è vedere che una minoranza ristretta di persone del MUP di Palermo agiscono in modo esattamente identico a quello che fanno gli altri partiti, proprio quella vecchia politica di cui ci vogliamo liberare e contro cui combattiamo. E questo attacco dal di dentro, fa molto più male. Perchè oggi mi rendo conto che il raggiungimento dei nostri obiettivi è del tutto incompatibile con l’arroganza e la presunzione di queste persone, vere reincarnazioni dei vecchi soloni annidati nelle segreterie dei partiti. La cosa che mi dà più fastidio però, non è questa. Mi metto nei panni di tutti quegli attivisti che, come me, credono ancora in questo sogno, e che oggi sono violentemente e prepotentemente sbattuti e tirati dentro questo spiacevole episodio, e che saranno costretti, loro malgrado, a prendere una posizione netta, che sono stati loro malgrado posti davanti un bivio che separa gli uni dagli altri, in netta contraddizione con il principio dell’inclusività che ci deve contraddistinguere. Vi vorrei dire che capisco tutta la vostra amarezza ora, e mi sento di poter affermare che, se non alziamo i toni, ci manteniamo corretti ed educati come siamo spempre stati, se teniamo la barra dritta, se crediamo ancora VERAMENTE che le azioni di pochi non possono far naufragare un sogno, questo spiacevole episodio rientrerà, e saranno prese tutte le azioni più opportune affinchè non si possa mai più ripetere, senza che nessuno debba essere più obbligato a fare scelte contro natura.
ed infine…
Nel frattempo, io rivendico a gran voce la mia appartenenza al M5S, e, come sempre, mi dichiaro disponibile non solo a collaborare con tutti, ma anche a qualsiasi confronto con chiunque abbia il coraggio di formalizzare, di fronte ad un’assemblea, una qualsiasi accusa che abbia uno straccio di fondamento, cosa che i firmatari di quell’ignobile comunicato finora non hanno fatto, nè, e lo dico non senza modestia ma solo con sano realismo, potranno mai fare.
Sotto c’è chi rincuora i due eletti: «Non contano solo loro, contiamo tutti, e siamo tanti. Fai un fischio e mettiamo a votazione, qual’è il problema? Vai!», lancia un attivista. Qui sotto una collezione di commenti comparsi sulle bacheche dei senatori. Da settimane c’è chi posta sotto i loro status le voci delle loro rendicontazioni pubblicate sul sito tirendiconto.
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