CAOS IN PARLAMENTO
La violenza del M5s cancella le ragioni della protesta
Nulla giustifica la guerriglia dei grillini alla Camera, neanche la fretta legislativa del governo
E così, ieri sera, il grillino Massimo De Rosa ha perso la testa: «Voi donne del Pd siete qui solo perché siete brave a fare pompini!». C’è in questo insulto feroce, gridato ad un gruppo di deputate - da Alessandra Moretti a Michela Marzano - tutta la violenza di un punto di non ritorno che in queste ore viene superato irrimediabilmente.
Qui non si parla più del decreto sulla Banca d’Italia, su cui i grillini, nel merito, avevano diversi punti di ragione. Non si tratta più dell’Imu. Qui non si parla più della legge elettorale e del brutto pasticcio delle liste bloccate - a cui si oppongono anche Nuovo Centro Destra, la Lega Nord, Fratelli d’Italia e Sel - qui il problema è che la fase due del Movimento 5 stelle, quella che sta portando l’attacco al cuore dello Stato (e in questo caso del Parlamento) non guarda più in faccia a nessuno, e prende le motivazioni politiche come pretesto per giustificare l’isteria. Se le deputate del Pd arrivano alla denuncia penale di un collega, vuol dire che la convivenza a Montecitorio diventa impossibile. Qui non si tratta più della nobile arte dell’ostruzionismo parlamentare, che ha una storia antica, ma non aggressiva, ma di pura e semplice violenza.
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