Rissa in sala stampa alla Camera tra i deputati grillini e il capogruppo Pd Roberto Speranza, che alla fine non riesce a parlare alle telecamere. Si alza il livello dello scontro tra i parlamentari del M5s e i colleghi del Pd. A farne le spese il capogruppo dei democratici Speranza. Il deputato stava per rilasciare una dichiarazione in sala Frascarelli, a favore di telecamere, quando un drappello di deputati M5s gli hanno urlato contro "fascista, sei un fascista". A quel punto è nata una discussione piuttosto animata. Nel gruppo dei grillini i parlamentari Alessandro Di Battista e Giulia Sarti. Alla fine Speranza ha rinunciato all'intervista. La colluttazione è stata ripresa da alcune telecamere.
Intanto le porte di accesso agli uffici della presidente della Camera Laura Boldrini a Montecitorio sono sbarrate da mercoledì sera. Le porte a vetri blindati risultano chiuse a chiave: devono essere aperte dall'interno dai commessi dell'anticamera. Non era mai successo.
Una vera e propria ipotesi di reato e non solo un segno di protesta. E quello che potrebbe in via teorica configurare il blocco dell'attività delle commissioni della Camera, dove fra ieri e oggi c'è stato un braccio di ferro fra i deputati M5S e le altre forze politiche, che siedono in Parlamento. Un reato che, sulla carta, è punito con una pena che arriva a 5 anni di reclusione. La voce si è sparsa anche a Montecitorio dove i presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, Francesco Paolo Sisto e Donatella Ferranti, hanno dovuto scrivere, si apprende, una lettera all'Ufficio di presidenza della Camera, per relazionare sui tafferugli accaduti. Il reato è quello previsto dall'articolo 289 del Codice penale: "Attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali. E recita: "E' punito con la reclusione da uno a cinque anni, qualora non si tratti di un più grave delitto, chiunque commette atti violenti diretti ad impedire in tutto o in parte, anche temporaneamente", non solo al presidente della Repubblica o al Governo l'esercizio delle prerogative attribuite per legge, ma anche - e sarebbe questa l'ipotesi del caso - a impedire "alle assemblee legislative o ad una di queste o alla Corte Costituzionale o alle assemblee regionali l'esercizio delle loro funzioni".
Stamane, intanto, è stato convocato l'Ufficio di presidenza di Montecitorio che ha stabilito di avviare un'istruttoria sulla bagarre scoppiata in Aula e nelle commissioni.
Laura Boldrini ha stigmatizzato quanto accaduto ieri alla Camera. "Ieri si è assistito in quest'aula a episodi vergognosi estranei a ogni cultura istituzionale e a ogni prassi democratica", ha sottolineato la presidente aprendo la seduta. "Chiedo a tutti i colleghi di tenere un comportamento consono a un'aula parlamentare e di non ostacolare lo svolgimento dei lavori attraverso azioni che si pongono al di fuori dalle regole del confronto parlamentare", ha proseguito. "Confido veramente nella collaborazione di tutti", ha concluso.
Le porte di accesso agli uffici della presidente della Camera Laura Boldrini a Montecitorio sono sbarrate da ieri sera. Le porte a vetri blindati risultano chiuse a chiave: devono essere aperte dall'interno dai commessi dell'anticamera. Non era mai successo.
Le proteste M5s in aula
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Il movimento 5 stelle abbandona l'ufficio di presidenza convocato alla Camera per decidere le sanzioni sulla bagarre avvenuta ieri in aula dopo l'approvazione del decreto Imu-Bankitalia con la 'tagliola' la riunione era convocata alle 12. Alle 12.30, I deputati m5s Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro attraversano di corsa il corridoio del piano nobile di Montecitorio dove si tiene l'ufficio di presidenza. "Ce ne andiamo- spiegano- tanto decidono loro. Stanno facendo un vertice di maggioranza per comunicarci le punizioni. Boldrini non si è ancora presentata. Fa i comodi suoi e non si degna neanche di farci sapere che cosa sta succedendo. L'ufficio di presidenza era convocato alle 12 e ci siamo ancora solo noi. Basta, andiamo via".
"Napolitano dovrà rispondere delle violazioni compiute durante il suo mandato e che hanno messo nell'angolo una parte politica e quindi una parte dei cittadini". Così il presidente della Camera Luigi di Maio (M5s), in conferenza stampa al senato, spiega la messa in stato d'accusa del presidente della repubblica. "Penso che se qualcuno vuole ancora dubitare del fatto che il presidente della repubblica da arbitro è diventato giocatore ed è sceso in campo con la fascia da capitano di una squadra, ha gli occhi chiusi o non ci sente", aggiunge.
"I fatti accaduti ieri in aula nella loro oggettività non consentono un ribaltamento della verità. Il diritto politico alla protesta è sconfinato in una aggressività ingiustificabile da parte di numerosi deputati del m5s". Lo dice il questore della camera Stefano Dambruoso. "Rivedendo le immagini tuttavia sento la necessità, anche in virtù del mio ruolo di questore della Camera - aggiunge -, di scusarmi con la deputata del m5s, Loredana Lupo, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza. Le azioni di ieri in aula hanno contribuito ad acuire un clima di avvelenamento all'interno delle istituzioni che oggi è necessario stemperare. In tal senso fornisco il mio contributo non partecipando ai lavori dell'ufficio di presidenza che si occuperanno degli episodi avvenuti ieri pomeriggio".
"In ufficio di presidenza alla Camera chiederemo le dimissioni del questore Dambruoso, perché deve coordinare il lavoro dei commessi e non può aggredire nessuno". Lo annuncia il vicepresidente della Camera Luigi di Maio (m5s), in conferenza stampa al Senato.
Il M5S non prenderà parte ai lavori dell'Aula del Senato ora incentrati sulla discussone generale del dl Delega fiscale. Lo ha annunciato Michela Montevecchi (M5S) al termine di un intervento nel quale ha ricordato gli incidenti di ieri alla Camera e lo schiaffo che avrebbe ricevuto una collega durante la protesta contro il dl Imu-Bankitalia.