domenica 26 gennaio 2014

Un altro statista.


Di Battista, il soldatino di Casaleggio in TV

Alessandro di Battista non viene dal nulla del web: conosceva già bene Casaleggio perché aveva lavorato con lui. Poi è finito in parlamento con qualche click. In più è belloccio, furbo e narcisista. Ovvio che sia stato scritturato dal guru e selezionato tra i pochi fedeli scelti per fare corsi di comunicazione televisiva.
Come con un novello Justin Bieber, i fans scatenati aspettavano l'evento di vederlo in TV da giorni postando cuoricini e frasi d'incitamento sui social network. L'epifania dunque c'è stata e da Santoro il tronista/cittadino/attivista si è profuso nella solita cantilena fatta di slogan, stavolta personalizzati e calibrati sul personaggio. Voce soffusa, sguardo che ogni tanto cadeva in basso (qualcuno ha pensato in cerca del gobbo suggeritore) e frasi da Che Guevara de noantri ma post ideologiche: " Letame, cucchiaini, onestà, morirei per l'Italia". E giù i fans che nel frattempo inondavano il web di tweet, uniti alla claque del pubblico nello studio.
Questo è un esempio di consenso costruito a tavolino dall'agenzia Casaleggio che bisogna dirlo, ci sa fare. Prendi un bel ragazzotto loquace e voglioso di emergere, aggiungi quel tot di eroicità dovuta a i suoi viaggi nel terzo mondo, fagli dire " fratelli africani", farcisci tutto di post ideologia che tanto poi che abbia aggiunto " dovete stare a casa vostra", se ne accorgono in pochi. Dibba è un prodotto perfetto per l'era dello spettacolo e della politica fatta a colpi di marketing. Che suoni falso come una risata di Fabrizio Frizzi, chi se ne frega: se ne accorgeranno solo quattro professoroni della casta o qualche troll pagato dal PD.
Tutto il resto de Laggente no, applaudirà il nuovo personaggio, che eroicamente si è esposto alla tortura televisiva, lui , che proprio non ci voleva andare perché è duro e puro, lui che in aula commemora Che Guevara! Voilà, una spruzzatina di antiberlusconismo, un accenno alla mafia e al complotto massonico, un'ammiccata e il gioco è fatto.
"Siamo intransigenti", recitava il portavoce della Casaleggio associati davanti ad un Travaglio estasiato, beh non siete i soli ad esserlo e per fortuna a queste ipnosi da marketing non ci cascano tutti. A prescindere dalle visioni politiche o di vita. Il costruito, il posticcio, la recita si è percepita. Tutti cercano la maggioranza per governare gli altri, fortunatamente c'è ancora chi, in direzione ostinata e contraria, non si vuol far governare e imbonire, tanto meno da prodotti di marketing del terzo tipo visto che il primo tipo l'abbiamo sperimentato per 20 anni e il secondo sta spadroneggiando nel PD.
P.S a proposito: il neo Che Guevara ha detto qualcosa sui facchini malmenati mentredifendono i loro diritti a Bologna, contro i licenziamenti della Granarolo?

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