Perché abbiamo denunciato il grillino Sorial per vilipendio
Pubblicato: 29/01/2014 16:55
Come si dice a Roma: "Quando ce vo' ce vo'" che tradotto (se ce n'è bisogno) vuol dire che quando ci vuole non se ne può proprio fare a meno. E stavolta i deputati 5 Stelle se la sono proprio cercata. Ieri, quando le agenzie battevano le parole dell'ineffabile Giorgio Sorial ero al telefono con la mia amica (e parlamentare del Pd) Stella Bianchi.
La prima reazione di tutti e due è stata: ma questo va denunciato. Io l'ho twittato e poi ci siamo dati appuntamento sotto all'ispettorato della Camera per procedere con l'esposto denuncia per violazione dell'artico 278 del codice penale (quello che per capirci difende l'istituzione Presidente della Repubblica e non solo la persona per altro straordinaria di Giorgio Napolitano).
Perché vedete credo che non si possa sempre lasciar passare tutto: il rischio sarebbe quello di farci il callo. E la polemica politica è diventata una cosa da ultrà, totalmente svincolata dai contenuti.
Gli insulti sembrano il modo normale per interloquire e scrivere vaffa a qualcuno è diventato un marchio di fabbrica.
E invece no. Non possiamo permetterci che gli insulti sembrino opinioni politiche specialmente se gli insulti sono rivolti a chi rappresenta tutti gli italiani. È questo che ha fatto scattare quell'indignazione che ha portato Stella Bianchi a presentare il suo esposto denuncia e me a condividere quest'idea. Oggi vedo che la procura della Repubblica ha deciso di aprire un fascicolo. D'altra parte le indagini non saranno poi così lunghe visto che le cose dette sono state pronunciate nella sala stampa della Camera, davanti alle telecamere della tv e dei siti (persino della televisione interna del Parlamento) e sono state riportata con fedeltà dalle agenzie di stampa presenti allo sproloquio di Sorial e dei suoi amici.
E nessuno parli di censura. Le parole in politica sono praticamente tutto. C'è chi per dire come la pensava nei regimi totalitari ha pagato prezzi altissimi (qualcuno anche con la vita): ma insultare non è una opinione, è compiere una piccola vigliacca violenza, nella speranza di passarla lisca, perfino stupendosi se qualcuno la prende sul serio e va in commissariato a fare una denuncia per oltraggio.
Che questa vicenda serva almeno a una cosa, a togliere un po' di violenza dalla politica, a far uscire dalla "curva" chi ha interpretato il suo ruolo di Parlamentare come i capi ultrà che non guardano neppure la partita per tenere accesi i fuochi degli insulti.
È una speranza, anche se la strada da fare è tanta. Andate a guardare su Facebook il "dibattito" che si è aperto, o i commenti sui quotidiani: Napolitano e giù insulti, Stella Bianchi e vai con le minacce. Questi network stanno diventando antisocial.
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