Deputato choc: dopo Sardegna M5S è morto
Continuano le polemiche nel movimento di Grillo, e Renzi fa sarcasmo: in Sardegna ha avuto paura di perdere.
Continuano la reazioni sulla mancata candidatura del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Sardegna del prossimo 16 febbraio: la più forte arriva dal deputato "grillino" di Sennori Nicola Bianchi, che avrebbe affermato "per me il M5S è morto". Secondo quanto si apprende, la frase sarebbe stata pronunciata dal parlamentare sardo durante una chat con alcuni colleghi, dopo le decisione di Grillo di negare il simbolo agli attivisti isolani. Del resto, Il 6 gennaio Bianchi si era già espresso su Facebook con un inequivocabile: "Game over". Lo scoramento di Bianchi e di altri deputati sardi nasce dall'ìmpegno che alcuni rappresentanti Cinque stelle avevano profuso negli ultimi mesi, in vista delle elezioni in Sardegna: weekend e famiglie sacrificate, impegno costante sul territorio, zero tempo libero per poi ritrovarsi a non partecipare alle elezioni. Una decisione calata dall'alto come molte nel movimento, che non terrebbe conto del lavoro altrui e senza pensare che la querelle si poteva risolvere stabilendo alcune regole chiare come quelle delle parlamentarie per scegliere i candidati.
La domanda, secondo molti grillini, è questa: perché in questo caso non si sono fatte le parlamentarie? Perché Grillo e Casaleggio non sono intervenuti prima stabilendo una regola che avrebbe potuto mettere a tacere i dissensi tra i diversi gruppi locali? Se è vero, infatti, che c'è stata una spaccatura tra i pentastellati sardi, è vero anche che tramite regole chiare si poteva evitare questa debacle che sembra davvero nascondere la paura di un flop alle prossime regionali sarde. Il caso della Sardegna, insomma, continua ad agitare le acque in casa M5S. Nel giorno della ripresa dei lavori alla Camera, tra i dissidenti c'è chi lamenta - riporta l'agenzia di stampa Agi - anche il fatto che alle assemblee dei deputati si parli di "regolamenti, eventuali mozioni di sfiducia per Lupi per non si sa bene quali motivi e altre cazzate... e non si parli invece, come dovremmo fare - di Sardegna, di Europee o comunque di cose più strettamente politiche".
Per questo, alcuni tra i più critici latitano sempre di più alle assemblee perché, osservano sarcastici, "sono come quelle di condominio dove decidono sempre gli altri o come i meetup dove parlano e decidono sempre gli stessi".
Grillo e i cosiddetti 'integralisti' dal canto loro proseguono dritti senza esitazioni. Devono però subire anche il sarcasmo del segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, che dopo aver "aperto" ai Cinque stelle sulla riforma elettorale afferma che "Grillo perde consenso. L'avete visto in Trentino Alto Adige? Adesso ha avuto paura a candidarsi in Sardegna. Per forza. Grillo si rende conto che la tattica di non fare niente alla lunga non paga", ha scritto il sindaco di Firenze sulla sua ultima E-News.
La domanda, secondo molti grillini, è questa: perché in questo caso non si sono fatte le parlamentarie? Perché Grillo e Casaleggio non sono intervenuti prima stabilendo una regola che avrebbe potuto mettere a tacere i dissensi tra i diversi gruppi locali? Se è vero, infatti, che c'è stata una spaccatura tra i pentastellati sardi, è vero anche che tramite regole chiare si poteva evitare questa debacle che sembra davvero nascondere la paura di un flop alle prossime regionali sarde. Il caso della Sardegna, insomma, continua ad agitare le acque in casa M5S. Nel giorno della ripresa dei lavori alla Camera, tra i dissidenti c'è chi lamenta - riporta l'agenzia di stampa Agi - anche il fatto che alle assemblee dei deputati si parli di "regolamenti, eventuali mozioni di sfiducia per Lupi per non si sa bene quali motivi e altre cazzate... e non si parli invece, come dovremmo fare - di Sardegna, di Europee o comunque di cose più strettamente politiche".
Per questo, alcuni tra i più critici latitano sempre di più alle assemblee perché, osservano sarcastici, "sono come quelle di condominio dove decidono sempre gli altri o come i meetup dove parlano e decidono sempre gli stessi".
Grillo e i cosiddetti 'integralisti' dal canto loro proseguono dritti senza esitazioni. Devono però subire anche il sarcasmo del segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, che dopo aver "aperto" ai Cinque stelle sulla riforma elettorale afferma che "Grillo perde consenso. L'avete visto in Trentino Alto Adige? Adesso ha avuto paura a candidarsi in Sardegna. Per forza. Grillo si rende conto che la tattica di non fare niente alla lunga non paga", ha scritto il sindaco di Firenze sulla sua ultima E-News.
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