“Migranti: nell’Ue qualcosa è cambiato
Le ultime tragedie che hanno falciato decine di vite di migranti e rifugiati, potrebbero avere aperto una breccia negli egoismi dei governi europei. Questo almeno si augura il ministro degli Esteri Gentiloni, che racconta a Repubblica i retroscena degli ultimi incontri in tema
Le ultime tragedie che hanno falciato decine di vite di migranti e rifugiati, potrebbero avere aperto una breccia negli egoismi dei governi europei. Questo almeno si augura il ministro degli Esteri Gentiloni.
IL PESO DELLE RECENTI TRAGEDIE SULLE POLITICHE EUROPEE -
Paolo Gentiloni racconta a Repubblica l’effetto delle ultime notizie sul vertice europeo al quale partecipava: «Certamente pesano sulle nostre coscienze, come le vittime delle rotte mediterranee. Nelle ore in cui si scopriva la tragedia ero a Vienna, per un vertice di Europa e Balcani. Bastava guardare in volto i colleghi per capirlo: siamo tutti coinvolti. Fino a poco tempo fa c’era l’idea che fosse solo un’emergenza italiana e greca, nelle ultime settimane si è diffusa la consapevolezza che il problema investe l’Europa intera ». Morti evitabili, anche se non si possono evitare tutte fino a che il trasporto di migranti e rifugiati sarà affidato ai trafficanti, che ora stanno dando il massimo prima che arrivi la stagione fredda a complicare le cose e a mettere ostacoli naturali più possenti di qualsiasi muro possano costruire gli uomini. L’Italia sta facendo la sua parte, dice il ministro, che spiega come anche i governi più restii stiano ora avvicinandosi alla consapevolezza che il problema abbia bisogno di un approccio che sorvoli gli egoismi nazionali.
NO AL POPULISMO DA RENZI E MERKEL -
Gentiloni ricorda che «Sia Renzi che la Merkel hanno scandito un messaggio forte e chiaro: la democrazia, la civiltà e l’economia europea non possono essere ostaggio di minoranze di destra, o dell’idea che chi cavalca la paura possa incassarne i dividendi elettorali. Ci sono tre passi molto semplici che l’Europa deve fare: 1) prendere consapevolezza del carattere permanente – per almeno 10-15 anni – e da certi punti di vista persino necessario delle migrazioni, che ovviamente vanno regolate. 2) lavorare sulle cause: a novembre ci sarà un vertice a Malta di Europa e Africa per mettere in pista investimenti e progetti nei Paesi di transito e in quelli in crisi. 3) cambiare registro sulle regole e sulle politiche di accoglienza». Serve quindi in prospettiva un diritto d’asilo europeo valido per tutti i Paesi. Dev’essere l’Unione a definire quali sono i Paesi cosiddetti sicuri, e quali invece quelli alla cui popolazione è garantita una tutela internazionale ».
PASSAGGI SICURI PER I MIGRANTI -
E per garantire la vita di migranti e rifugiati «Servono canali di immigrazione legale, perché l’Europa ha bisogno di alcuni tipi di manodopera. Serve soprattutto maggior determinazione nella lotta contro la barbarie degli schiavisti. In parallelo agli sforzi europei c’è un’escalation di infamia dei trafficanti, tanto che si moltiplicano le partenze dalle coste libiche con barche sempre più inaffidabili, incapaci di tenere il mare e con i più derelitti fra i derelitti rinchiusi nelle stive. Si è conclusa la fase 1 della missione Eunavfor Med, ora l’Ue avvii il dibattito sulla fasi seguenti».
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L’ESEMPIO DELLA GERMANIA -
Il piano europeo per la divisione di circa 30.000 immigrati appare ora per quello che è sempre stato, una dimostrazione d’impotenza ed egoismo. E a pesare sui governi europei più egoisti oltre alle tragedie è il gesto forte della Germania, che ha deciso di accogliere quasi un milione di siriani, che a norma degli accordi di Dublino dovrebbero essere competenza dei paesi della frontiera europea che hanno toccato per primi. La Germania da sola ha segnalato la disponibilità ad accogliere un numero di rifugiati superiore di decine di volte a quello attorno al quale l’Unione Europea ha litigato per mesi. Una mossa con la quale Merkel ha messo a nudo gli egoismi nazionali dei partner e stracciato il velo degli accordi di Dublino, dietro ai quali si erano barricati i governi decisi a mostrare inutilmente la faccia feroce a migranti e rifugiati.
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