mercoledì 26 agosto 2015

Hai capito Junker? Va a finire che inizia a piacermi anche il Presidente della Commissione Europea.

Juncker ci ricorda che i "veri clandestini" sono Salvini e Grillo

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Parla finalmente l'Europa e lo fa con la sua voce più autorevole, quella del presidente della Commissione, un leader moderato che viene da uno dei luoghi più ricchi del continente. L'Europa, malgrado tutto, c'è. O quantomeno batte un colpo. Lo fa assumendo una posizione chiara sulla più grande questione planetaria di questo secolo: i flussi migratori dal mondo "povero" al mondo "ricco", o presunto tale. 
L'eco delle parole di Juncker risuona come un severo rimprovero nelle silenziose stanze abitate dalle sinistre europee, ormai ridotte a una galassia di sigle talvolta unite, talvolta divise da interessi e calcoli di bottega. Chi ispirò l'Europa dei popoli soffre oggi le contraddizioni e le ingiustizie dell'Europa della moneta. Non sembra in grado di proporre vie d'uscita perché orfano di quelle sicurezze e di quei dogmi che albergavano in ideologie ormai raccontate sui libri di storia. Come se non bastasse, esprime ormai da tempo una classe dirigente debole e inadeguata, anch'essa divisa tra chi sceglie la via del "maggiordomo del potere costituito" e chi quel potere lo vuol sovvertire, ma solo a parole.
Juncker ci ricorda le radici e richiama ciò che motivò quella che è oggi una convivenza a tratti forzata, dove il governo dei più ricchi rischia di abbassare la qualità delle nostre vere ricchezze, come un formaggio prodotto con del latte in polvere. Surreale che sia lui a farlo e ciò dovrebbe far riflettere molti.
Il suo attacco più duro è rivolto ai populisti, a quei "tribuni della plebe" che da sempre sono i cancri dei sistemi democratici degli Stati fondatori. Oggi si chiamano Salvini, Grillo, Le Pen, Farage e sono i capi carismatici di partiti e movimenti che parlano ai bassi istinti, fomentando rabbia e soprattutto paura in vaste fasce della popolazione europea, quella che oggi è appunto la "nuova plebe", una massa indifesa che pascola senza guida nelle praterie lasciate incustodite dalla politica, una politica che nel migliore dei casi non ha saputo rinnovarsi, nel peggiore si è lasciata corrompere.
Chissà che le parole di un leader sponsorizzato dai grandi interessi economici del vecchio continente non possano guarire in parte le "piaghe da decubito" di qualche mente progressista. Chissà che persino nell'Italia governata a suon di giochi di parole e tweet, ormai anello debole del pensiero occidentale, qualcuno non riesca a spiegare ai Salvini e ai Grillo che - metaforicamente parlando - i veri clandestini sono loro e che tuttavia nessuno permetterà mai che un barcone con a bordo centinaia di leghisti e con altrettanti grillini assiepati nella stiva possa affondare a largo delle coste libiche. Ci sarebbe sempre qualcuno a raccogliere dal mare più naufraghi possibili, semplicemente perché siamo l'Europa. E in Europa noi facciamo così.

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