Circa cinquanta casi sospetti, tra occupazioni abusive sanate e immobili commerciali
Il Messaggero torna oggi sulla vicenda delle case popolari assegnati ai Casamonica, cominciando a fornire i primi numeri dello screening del Comuue di Roma:
I casi sospetti sono circa 50,tra gli edifici di proprietà dell’amministrazione comunale e quelli dell’Erp (Edilizia residenziale pubblica). Non sempre però si tratta di appartamenti. «Stanno emergendo anche altri tipi di anomalie», spiega l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito.Non si tratterebbe quindi solo di abitazioni concesse a prezzi stracciati – in alcuni casi si parla di canoni da 70-100 euro al mese- ma, da quanto filtra,ci sarebbero anche immobili a destinazione commerciale. Il cognome Casamonica compare anche nell’elenco dei residenti delle case dell’Ater, l’Azienda territoriale perl’edilizia residenziale, gestita dalla Regione, anche se poi a stabilire l’elenco degli affittuari sono i singoli comuni.
I controlli effettuati nelle ultime ore dagli uffici della Pisana hanno fatto emergere situazioni inquietanti. Dentro il Raccordo anulare, nel territorio del Comune di Roma, non figurano esponenti del clan della Romanina. Tre famiglie Casamonica invece abitano negli immobili Ater nell’area di Ciampino, proprio la zona dove risiedeva il boss Vittorio, celebrato nel funerale show di giovedì scorso. Tutte e tre le case sono state occupate abusivamente dai membri del clan negli anni ’90. In due casi, l’irregolarità è stata sanata grazie a una legge regionale del 2006 che permetteva agli inquilini senza titoli di legalizzare la propria posizione. In un caso invece l’occupazione è rimasta illegale. E così oggi la casa resta abitata – gratis e senza alcun requisito- dai famigliari di un membro del clan che addirittura sta scontando la pena nel carcere di Rebibbia. La Regione si è già mossa da tempo: la prima diffida è stata inviata nel 2013, appena si è insediata la giunta Zingaretti. Ma l’iter burocratico non permette di schiacciare l’acceleratore. Per lo sgombero,bisogna ancora aspettare.
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