Il confronto su un reddito da 30mila euro: nel capoluogo prelievo di 107 euro contro i 160 della città ducale e di Voghera
Irpef, Pavia è meno cara di Vigevano
Non solo Tasi. A gravare sui contribuenti c’è pure l’Irpef comunale, calcolata anche tenendo conto del reddito pro capite dei cittadini. I Comuni possono stabilire una pluralità di aliquote differenti, progressive e articolate. Molti i centri che hanno optato per una politica di esenzione con tetto dei 10mila euro, senza poi prevedere altri scaglioni e applicando l’aliquota massima dello 0,8. Succede, ad esempio, a Belgioioso e a Vidigulfo, passando per Varzi e Bressana, per arrivare a Cilavegna dove i redditi di 30mila euro pagano 160 euro all’anno. Aliquota, secca, dello 0,8 a Gambolò,Torre d’Isola e Breme dove per l’Irpef si versa 240 euro. A Certosa sono stati fissati diversi scaglioni, si paga 58 euro, mentre l’esenzione arriva a 8mila. A Borgarello si è esenti fino a 18mila euro e si versa 60 euro. C’è poi qualche amministrazione, come Giussago, che ha portato l’esenzione a 11mila euro e ha individuato diversi scaglioni. Qui i redditi di 30mila euro contribuiscono con 105 euro. A Cava Manara con 135 euro: l’esenzione è fino a 12mila euro, poi è stata stabilita un’aliquota dello 0,75. A San Martino invece 72 euro, si è esenti fino a 18mila e viene applicato lo 0,6. Alta anche l’esenzione a San Genesio, fissata fino a 20mila euro. In questo centro del Pavese i redditi di 30mila euro ne versano 78.di Stefania Prato wPAVIA Viene prelevata direttamente dalla busta paga e calcolata sui redditi. È l’addizionale comunale Irpef, tassa che fa lievitare il conto delle imposte locali e il cui introito finisce direttamente nelle casse dei Comuni. E ogni municipio ha la possibilità di fissare l’aliquota da imporre ai contribuenti, tenendo conto che il limite massimo stabilito è dello 0,8% e che i singoli Comuni possono introdurre una soglia di esenzione, calcolata in base al reddito. Ecco quindi che in provincia di Pavia, se si mettono a confronto le aliquote di alcuni centri, le differenze appaiono macroscopiche, con l’addizionale comunale che arriva ad un massimo di 240 euro, come a gambolò e a Torre d’Isola, se si calcola l’imposta su un reddito medio di 30mila euro. A Pavia si paga 107 euro. «Abbiamo alzato l’esenzione fino a 16mila euro, procedendo poi a scaglioni - spiega l’assessore Giuliano Ruffinazzi -. La scelta politica è stata quella di tutelare i redditi più bassi, in momento in cui tanti cittadini si trovano in difficoltà. Nel 2014 avevamo ritoccato di poco solo gli scaglioni più alti che quest’anno abbiamo lasciati invariati». A Voghera e a Vigevano chi ha un reddito di 30mila euro, per l’Irpef comunale versa all’anno 160 euro. Entrambe le amministrazioni hanno deciso di fissare l’esenzione a 10mila euro, mentre per tutti gli altri redditi l’aliquota è dello 0,8. Ha giocato al massimo ribasso Certosa. Qui si paga 58 euro all’anno. «Abbiamo deciso di contenere la pressione fiscale, uno sforzo importante, considerati i tagli ai trasferimenti - sottolinea il sindaco Marcello Infurna -. Sarebbe stato più semplice prelevare indistintamente da una categoria già particolarmente vessata dal punto di vista fiscale, ma abbiamo preferito distribuire il carico, alzandolo sulle fasce più alte». Si paga 70 euro a Mortara dove si è esenti fino a 12mila euro e poi sono previste diverse fasce. A Sannazzaro il contribuente versa 108 euro. A Casteggio si è esenti se si denuncia un reddito fino a 12mila euro, poi si paga 120 euro. Come a Garlasco dove invece l’esenzione scende a 10mila, ma viene applicata, per tutti gli altri, l’aliquota dello 0,6. A Stradella non si paga l’Irpef fino a 15mila euro, per gli atri redditi l’aliquota raggiunge lo 0,7 e l’imposizione fiscale arriva a 105 euro. Nella vicina Broni, esenti fino a 12mila, poi lo 0,6 a salire, in base al reddito. Così, con 30mila euro di reddito, si versano 108 euro.
Nessun commento:
Posta un commento