venerdì 24 maggio 2013

Una riflessione che ha il suo senso. E anche se sono per la scuoal statale pubblica mi piace anche leggere le obiezioni.


Vendola, Grillo: asili parificati. Se Puglia e Parma sì, perché a Bologna no?

Pubblicato il 24 maggio 2013 10.41 | Ultimo aggiornamento: 24 maggio 2013 10.41
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di Lucio Fero

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ROMA – Domenica i bolognesi che vogliono votano per dire Sì o No ai soldi pubblici per gli asili nido privati, in maggioranza d’indirizzo cattolico. Circa un milione di euro in ballo, meno di una trentina di istituti. Quantitativamente poca cosa. Ma è diventata, anzi divampata come una questione di grande principio.
Da una parte chi invoca la Costituzione e il “senza oneri per lo Stato” per la scuola privata, fossero anche gli asili. Dall’altra chi invoca il buon senso e spiega che con un milione di euro una trentina di asili non ce li fai e che la Costituzione riconosce pubblico anche il servizio assicurato di privati purché con le regole stabilite dal pubblico e che la Costituzione non può essere la leva per togliere di fatto l’asilo ai bambini.
Soprattutto il referendum di Bologna è diventato, divampato come una delle tante battaglie della quasi eterna “guerra civile” a sinistra. Stavolta all’offensiva sono partiti Vendola, Landini, Rodotà e tanti altri. E Grillo ha dato la sua benedizione, dall’esterno si intende, a questa causa e schieramento. Sulla difensiva, manco a dirlo, il sindaco di Bologna, il Pd, Prodi. Appoggiati, ma rischia di essere un appoggio boomerang, dal Cardinal Bagnasco. Non staremo qui a dire se l’opzione A sia quella da votare oppure l’opzione B. A e B: così si chiamano sulla scheda. A per cancellare i soldi agli asili privati, B per mantenerli, i soldi e gli asili.
Una domanda però, una sommessa domanda. Anzi due, anzi quattro. E’ vero o no come dice la tv e come scrivono i giornali che nella Puglia governata da Vendola e nella Parma unica città con sindaco M5S ci sono gli asili nido parificati, cioè privati ma che operano con regole pubbliche e anche con pubblici, anche se minimi, aiuti? Se non è vero perché non è stata fornita questa utile precisazione alla vigilia di tanto referendum? E se invece è vero, allora perché quel che si fa in Puglia e a Parma va bene mentre se lo si fa a Bologna va cancellato con referendum? Non sarà che si è saltati sul primo referendum che passava, anche uno piccolo da 50mila euro ad asilo in media, per istinto e tentazione entrambi irrefrenabili di piantare una banderilla nel corpaccione del Pd onde dissanguarlo come si fa in ogni corrida che si rispetti?

1 commento:

Unknown ha detto...

Leggiamo e riflettiamo anche wquando non condividiamo. Il grande significato della democrazia.

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